Un gust is megl che tre. Il dibattito che bussa alla porta dei sindacati del terzo millennio potrebbe essere riassunto con un omaggio al vecchio spot Maxibon: meglio una sola parte sociale o mantenere l’attuale divisione tra Cgil, Cisl e Uil? L’Idea è vecchia di decenni, ma solo qualche giorno fa Maurizio Landini ha rilanciato, spiegando che “le ragioni storiche, politiche e partitiche che portarono alla divisione tra i sindacati italiani non esistono più. Oggi possiamo avviare un nuovo processo di unità“. A Matera le tre principali sigle si riuniscono per una due giorni su Europa, lavoro e cultura. I temi tornano nei discorsi dei tre segretari generali, ma il ‘sindacatone’ non può essere lasciato in un cantuccio. Di fatto sarebbe un evoluzione naturale per fronteggiare un momento delicatissimo dal punto di vista economico e sociale, anche se tutti concordano sul fatto che l’aggregazione debba essere fatta dal basso e non dall’alto. Prima a livello territoriale e poi a livello confederale, anche se proprio localmente alcune sigle continuano a mettere in luce le differenze, come ad esempio il comparto metalmeccanico.
Dalla Uil l’apertura è netta, come confermano le parole di Carmelo Barbagallo. “Serve un grande sindacato unitario: dobbiamo scrivere le regole, cominciamo dalle categorie e dai territori per farci far realizzare questo progetto. Costringeteci ad essere unitari”, dice il segretario generale. L’idea è condivisa anche dalla leader Cisl Annamaria Furlan, più attenta però a fissare paletti: “Prima di discutere del come e del dove fare le regole, dobbiamo discutere del perché e del per chi”. Insomma, le modalità di una eventuale fusione a freddo vanno valutate con cura, ma il progetto può decollare, perché i rappresentati delle parti sociali sono tanti su “tutto il territorio”.
Sul tema arriva anche una benedizione di lusso, firmata da Romano Prodi. “Secondo me l’unità sindacale serve tanto, non voglio entrare nella vostra discussione, ma il Paese ha bisogno di avere un punto di riferimento. Ci sono momenti del Paese in cui l’interesse generale si difende insieme”, dice l’ex premier ospite del convegno lucano. In effetti una voce sola potrebbe essere anche più convincente agli occhi del governo , finora restìo ad ascoltare le richieste di Cisl, Uil e Cgil.
Proprio a Matera, spente le luci del convegno, Furlan, Barbagallo e Landini rimangono sul palco a confabulare. E quando si chiede a quest’ultimo se si fosse parlato di unità, l’ex numero 1 Fiom sorride: “Dal 21 al 24 maggio saremo a Vienna per il congresso Ces. Con il valzer ne faremo di tutti i colori, saremo uniti per tutta la settimana”. Chissà che non sia una torta sacher (anziché un gelato) a suggellare finalmente un sindacato unitario per tutti i lavoratori italiani.