Non c’è pace per la Ghouta orientale. Raid aerei e razzi hanno nuovamente colpito l’enclave ribelle siriana, nonostante l’entrata in vigore della ‘pausa umanitaria’ annunciata dalla Russia. “Il regime siriano ha lanciato dalle 9 (le 8 italiane) nove nuovi raid in totale, di cui sei obici d’artiglieria, due barili d’esplosivo e un raid aereo”, ha dichiarato il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdul Rahman. L’agenzia ufficiale siriana Sana ha invece parlato di lanci di razzi da parte dei gruppi ribelli contro i corridoi umanitari al livello del campo di Al-Rafidain, per tenere i civili in ostaggio. Anche le Nazioni unite hanno confermato la ripresa dei combattimenti nella regione. “Gli scontri continuano questa mattina, è l’informazione che abbiamo ricevuto”, ha dichiarato il portavoce dell’ufficio per gli aiuti umanitari Onu, Jens Laerke. Ha aggiunto, parlando a Ginevra, di considerare prematuro discutere operazioni di aiuto per i civili, a causa degli scontri che proseguono.
Nel frattempo una nuova ricerca riaccende i riflettori sul sistema di sfruttamento delle donne siriane messo in atto dal personale umanitario. Gli operatori che consegnano aiuti umanitari per conto di Nazioni unite e organizzazioni internazionali abusano infatti delle profughe, chiedendo prestazioni sessuali in cambio del cibo. Operatori umanitari hanno riferito a Bbc che lo sfruttamento delle donne è così diffuso che molte siriane non vanno più nei centri di distribuzione degli aiuti, perché le persone che le vedono danno altrimenti ormai per scontato che la loro presenza costituisca l’accettazione di tale sistema.
Un operatore ha raccontato a Bbc che alcune agenzie umanitarie chiudono un occhio su questo sfruttamento, perché usare parti terze e operatori locali è l’unica via per far sì che gli aiuti arrivino in zone particolarmente pericolose a cui lo staff internazionale non può accedere. Tre anni fa un’operatrice umanitaria aveva denunciato lo sfruttamento sessuale delle siriane per la prima volta. Dopo le rivelazioni, le agenzie Onu e le ong avevano annunciato di aver reso più rigide le proprie procedure e regole. Poi nel 2017 il Fondo delle Nazioni unite per la popolazione (Unfpa) ha diffuso un rapporto sulla violenza di genere, concludendo che l’assistenza umanitaria veniva scambiata con rapporti sessuali in vari governatorati siriani.
“Sono stati forniti esempi di donne e ragazze ‘sposate’ per brevi periodi a operatori per concedere ‘servizi sessuali’ in cambio di pasti; operatori che chiedono numeri di telefono di donne e ragazze; altri che danno alle donne passaggi alle loro case ‘per avere qualcosa in cambio’ o distribuzione ‘in cambio di visite alle loro case’ o ‘in cambio di servizi, come una notte con loro'”, si legge nel dossier intitolato ‘Voices from Syria 2018’.