È entrato in vigore a mezzanotte locale (le 23 in Italia) il cessate il fuoco in Siria tra il regime e l’opposizione, grazie a un accordo siglato da Russia e Turchia e accettato sia dall’esercito siriano sia dalle fazioni ribelli. Tuttavia, si registrano già le prime violazioni dell’accordo, con scontri tra ribelli e forze governative a due ore dall’inizio della tregua nella provincia di Hama. Secondo quanto riferisce un portavoce del gruppo ribelle Jaish al-Nasr, le forze governative avrebbero bombardato i viallaggi di Atshan e Skeik nella provincia di Idlib.
La tregua è stata preceduta da un intenso bombardamento delle truppe governative nella regione del Ghuta orientale, principale roccaforte dei ribelli alle porte di Damasco, causando almeno 23 morti, secondo quanto ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Durante il giorno vari colpi di mortaio sono caduti nei quartieri centrali di Damasco, soprattutto nella zona dove si trova l’ambasciata russa.
Entrambe le parte hanno precisato che il cessate il fuoco non include lo Stato Islamico mentre divergono sull’inclusione o meno del Fronte per la Conquista del Levante (l’e x Fronte al Nusra). Per Damasco, è infatti esclusa dall’accordo mentre per l’opposizione armata, con cui il Fronte combatte in varie parti del Paese contro l’Isis, tutto il territorio in cui cui sono presenti è interessato dalla tregua.