Attacchi aerei sull’ultima sacca di jihadisti dello Stato islamico nella Siria orientale hanno ucciso almeno 35 civili, tra cui sette bambini. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che spiega che 25 sono morto per i raid condotti domenica nell’area del villaggio di Al-Shaafah, a nord dell’ex roccaforte dell’Isis di Albu Kamal, vicino al confine con l’Iraq, mentre 10, inclusi nove membri di una stessa famiglia, sono le vittime di lunedì nella Ghouta orientale.
Attacchi aerei hanno distrutto un edificio a Douma, la città principale della zona orientale di Ghouta, a est di Damasco, e hanno sepolto viva un’intera famiglia, riferisce l’osservatorio. “Nove civili di una stessa famiglia sono stati uccisi negli attacchi aerei del regime a Douma, dopo la mezzanotte”, ha detto il capo dell’Osservatorio britannico, Rami Abdel Rahman, “alcuni dei corpi sono ancora bloccati tra le macerie”. L’Osservatorio ha inoltre riferito che un altro civile è stato ucciso da un razzo del regime a Harasta, un’area della Ghouta orientale che è direttamente adiacente ai quartieri orientali della capitale.
E le bombe hanno continuato a cadere all’indomani del via libera del Consiglio Onu della risoluzione che chiede un cessate il fuoco umanitario di almeno 30 giorni “senza ritardi”. L’Iran, alleato del regime di Bashar Assad, ha chiarito che la tregua non copre i “gruppi terroristici” nella Ghouta orientale. E dal canto suo la Turchia, tramite il vice premier Bekir Bozdag, ha messo le mani avanti: la risoluzione Onu non riguarda l’offensiva di Afrin. “Accogliamo la risoluzione adottata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu in risposta al peggioramento della situazione umanitaria in Siria, in particolare nella Ghouta orientale” ma “in nessun modo questa decisione avrà alcun impatto sull’operazione che la Turchia sta conducendo” ad Afrin, ha detto Bozdag.
Dal mese scorso la Turchia porta avanti un’offensiva militare contro la milizia curdo-siriana Ypg nell’enclave di Afrin controllata dai curdi, nel nord della Siria. Da domenica 18 febbraio il regime di Bashar Assad, sostenuto militarmente dalla Russia, compie raid aerei sulla Ghouta orientale (nella foto le case distrutte a Douma), enclave in mano ai ribelli alle porte di Damasco. Il bilancio aggiornato, secondo l’Osservatorio, è di 529 civili uccisi, 130 dei quali bambini. Secondo la ong, otto di questi civili sono stati uccisi nei raid di ieri e, appunto, almeno 25 oggi.