Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha approvato all’unanimità una risoluzione che appoggia il cessate il fuoco in Siria, promosso da Russia e Turchia. I quindici membri hanno votato tutti a favore della misura, che sostiene gli sforzi verso nuovi negoziati, previsti a fine gennaio ad Astana, in Kazakistan. Il cessate il fuoco in Siria è in vigore dalle 24 italiane di giovedì 29 dicembre ed è stato accettato sia dall’esercito di Damasco, sia dai ribelli e dai gruppi dell’opposizione. Il presidente russo, Vladimir Putin, e l’omologo iraniano, Hassan Rohani, hanno intanto parlato al telefono e concordato di continuare a lavorare a stretto contatto per tentare di mettere fine alla guerra. Sono stati oltre 60mila i morti nel 2016, di cui 13.617 civili, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani. L’ong afferma che il maggior numero di vittime è stato tra le file dei jihadisti, con 13.297 estremisti armati morti nei combattimenti. Nel quinto anno di guerra, sono morti 8.130 combattenti dell’opposizione armata, 6.685 soldati dell’esercito e 6.201 combattenti di gruppi paramilitari filo-governativi. Nel conteggio non sono incluse le decine di migliaia di persone che sono scomparse nei centri di detenzione del regime o durante l’irruzione delle forze armate leali a Damasco nelle zone controllate dai ribelli. Allo stesso modo, nemmeno le centinaia di prigionieri nelle mani delle forze regolari, delle fazioni ribelli e dello Stato islamico.
Siria, l’Onu appoggia la tregua promossa da Russia e Turchia
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