Centrodestra in fuga nell’ultimo sondaggio, prima del blackout, prodotto dall’Istituto Demoscopico Noto Sondaggi per Cartabianca (rilevato il 13 febbraio su un campione di mille persone con metoso Cati-Cawi). Le intenzioni di voto degli italiani sono però tutt’altro che definite perché (come Antonio Noto ha ribadito in queste settimane un po’ in tutte le sedi in cui è stato intervistato) una gran parte del 30% circa di indecisi, faranno la loro eventuale scelta nell’ultima settimana prima dell’apertura delle urne. Molti (come è già successo) anche all’ultimo momento: subito prima di andare a votare.
Centrodestra – Al 13 febbraio, comunque, la fotografia è questa. Il Centrodestra, pur non potendo vantare né il primo né il secondo partito è al 38,5% con una tendenza all’aumento che riguarda la coalizione e quattro dei cinque partiti che la compongono: Forza Italia (16,5% con “forchetta” tra il 14,5 e il 18,5), Lega (14,5%, tra il 12,5 e il 16,5%), Noi con l’Italia (3%, “forchetta” tra il 2 e il 4). Solo Fratelli d’Italia mostra una tendenza negativa e si colloca al 3% (con possibile “punto di caduta” tra il 2 e il 4 per cento.
Nel complesso, il centrodestra arriva al 38,5% (un punto in più rispetto alla settimana scorsa) con la speranza (legittima nei numeri) di arrivare a superare “quota 40” che sancirebbe la possibilità di riuscire ad avere in Parlamento la maggioranza per governare. La “forchetta” del Centrodestra si colloca tra il 38,5% e il 40,5%. La soglia del 40% con i meccanismi complessi del voto andrebbe raggiunta in entrambi i rami del Parlamento per garantire alla coalizione una maggioranza solida. Dato, che con questi numeri, non si può dare assolutamente per certo.
M5S – Anche per il Movimento 5 Stelle la tendenza è all’aumento. Ma le liste di Luigi Di Maio pur aumentando di mezzo punto (dal 27,5% al 28%) sono molto lontane dalla soglia che permetterebbe di realizzare il sogno grillino di governare da soli. Con una forchetta tra il 26 e il 30 per cento M5S ha buone possibilità di uscire dalle urne come primo partito ma non è detto che questo significhi automaticamente governare.
Centrosinistra – Complessivamente il Centrosinistra guadagna uno striminzito 0.1% passando dal 27,5% al 27,6%. Ma il Pd continua ad avere una tendenza negativa con un’intenzione di voto a quota 22% e una “forchetta” tra il 20 e il 24 che non sembra neppure sufficiente a ingaggiare con M5S la lotta per il primo partito. Il Pd potrebbe essere arrivato qausi in fondo alla sua rovinosa caduta nei sondaggi, ma non sembra dare segnali di rimbalzo. Anche qui,però, vale il discorso delle decisioni all’ultimo momento.
Tra gli altri partiti della coalizione, va piuttosto bene “+Europa” di Emma Bonino che si colloca al 2,5% con tendenza positiva e “forchetta” tra l’1,5 e il 3,5 per cento. Anche Insieme (Verdi e Socialisti) appare stabile (0,7% con “forchetta” tra 0 e 2). Buone nuove anche la Civica Popolare del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin che arriva al 2% e si colloca tra l1 e il 3. La Sud Tiroler Volkspartei dovrebbe portare al centrosinistra un apporto dello 0,4% e la sua tendenza è stabile.
Leu – Scende il nuovo partito di Pietro Grasso. L’effetto novità sembra rallentare, cresce la preoccupazione di dare un voto utile per arginare una possibile vittoria del cenrodstra e le divisioni a sinistra non aiutano. Liberi e Uguali si colloca, comunque, al 4,5% (forchetta tra il 3,5 e il 5,5) e e tendenza a perdere ancora.
Tutti gli altri insieme, comprese Forza Nuova e Casa Pound (a destra) e Potere al Popolo a sinistra) potrebbero mettere insieme l’1,4% con la possibilità di arrivare al 3%.
Fra pochi giorni si entra nel periodo in cui i sondaggi saranno vietati. Gli appassionati del genere dovranno accontentarsi di quei “pronostici ippici” che si troveranno sul web negli ultimi quindici giorni dove cavalli e fantini rappresenteranno in modo fantasioso i vari partiti. I sondaggi veri non ci saranno, ma i numeri di cui discutere, sì.