Raffica di espulsioni di diplomatici russi in Ue, Usa e Canada in risposta all’avvelenamento della ex spia russa Sergey Skripal e della figlia Yulia avvenuto lo scorso 4 marzo a Salisbury, nel Regno Unito, con un agente nervino. “Oggi 14 Stati membri dell’Ue hanno deciso di espellere diplomatici russi, come conseguenza diretta della discussione del Consiglio europeo la scorsa settimana sull’attacco di Salisbury. Misure aggiuntive, comprese ulteriori espulsioni, non sono escluse nei prossimi giorni e settimane”, ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
Today 14 EU Member States decided to expel Russian diplomats as direct follow-up to #EUCO discussion last week on #SalisburyAttack. Additional measures including further expulsions are not excluded in coming days, weeks.
— Donald Tusk (@eucopresident) 26 marzo 2018
Tusk ha dato l’annuncio a Varna, in Bulgaria, dove si trova per un summit. Finora è noto che Germania, Francia e Polonia hanno ordinato l’espulsione di quattro diplomatici russi ciascuno; Repubblica Ceca e Lituania di tre; Italia, Danimarca e Olanda di due; Lituania di uno. Anche il Canada si è unito all’iniziativa e ha deciso di espellerne quattro.
Nel nostro Paese il provvedimento è stato annunciato dalla Farnesina. “A seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio europeo del 22 e 23 marzo scorso, in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati Nato, il ministero degli Esteri, ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell’ambasciata della Federazione russa a Roma accreditati in lista diplomatica”, si legge in una nota.
In coordinamento con l’azione europea, il presidente Donald Trump ha autorizzato l’espulsione di 60 presunte spie russe dagli Stati Uniti. Fonti dell’amministrazione aggiungono che 48 “noti funzionari dell’intelligence” presso il consolato russo a Seattle e altri 12 presso la missione della Russia all’Onu hanno sette giorni di tempo per lasciare il Paese.
Trump inoltre ha ordinato la chiusura del consolato a Seattle per via della sua vicinanza con una base di sottomarini e con siti industriali di Boeing. La Casa Bianca sottolinea che i provvedimenti sono stati adottati in coordinamento con gli alleati della Nato e i partner Usa nel mondo.
Soddisfatto per l’iniziativa il Regno Unito. “La straordinaria risposta internazionale di oggi da parte dei nostri alleati costituisce la più grande espulsione collettiva di agenti di intelligence russi della storia e aiuterà a difendere la nostra sicurezza condivisa”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson. “La Russia non può violare le regole internazionali con impunità”, ha aggiunto Johnson.
Today’s extraordinary international response by our allies stands in history as the largest collective expulsion of Russian intelligence officers ever & will help defend our shared security. Russia cannot break international rules with impunity
— Boris Johnson (@BorisJohnson) 26 marzo 2018
Ovviamente Mosca non resta ferma a guardare e ha fatto sapere che reagirà alle espulsioni, bollate come “provocazioni“. “Esprimiamo una decisa protesta contro la decisione adottata da alcuni Paesi Ue e Nato di espellere diplomatici russi” e si tratta di una “mossa provocatoria”, ha affermato il ministero degli Esteri russo, assicurando che questo “passo ostile…non resterà sotto traccia e risponderemo”.