I primi exit poll (SVT) sulle elezioni svedesi non sciolgono il rebus della politica del Paese nordico. Centrosinistra e centrodestra sono appaiati al 39,6% e 39,8%. L’estrema destra non arriva ai livelli che in qualche momento erano stati paventati, ma salirebbe al 19,2% con un crescita di circa sette punti rispetto al 12,5% delle ultime elezioni. Per quanto riguarda i singoli partiti, i socialdemocratici sarebbero al 26,2% con la sinistra al 9% e i verdi al 4,2%. I moderati al 17,8%, i cristiano democratici al 7,4% e i liberali al 5,5. I “Sweden Democrats” (estrema destra) sarebbero appunto al 19,2%: un risultato importante perchè diventerebbero, comunque, il secondo partito del Paese superando i Moderati. Altri exit poll li danno però un po’ più bassi: intorno al 16/17 per cento.
Fare un governo non sarà comunque facile perché i due blocchi principali si equivalgono e non è chiaro come potrebbe formarsi una coalizione omogenea. Il risultato dell’estrema destra si colloca ai limiti inferiori degli incubi peggiori (nei sondaggi si prevedeva che potessero arrivare il 16 e il 25%) ma non è certamente confortante per la democrazia svedese. Prima del voto, centrosinistra e moderati avevano fatto capire che, pur di fermare lo spauracchio di “Svezia Democratica” si sarebbero anche potuti alleare in una sorta di Grosse Koalition.
Tensione ai seggi – Il voto si è svolto regolarmente ma in un clima abbastanza teso. In alcuni seggi si sono verificati episodi di intimidazioni e aggressioni ai danni di elettori e giornalisti da parte di membri dei movimenti neonazisti. Il quotidiano Svenska Dagbladet ha riferito che membri del Movimento di resistenza nordica hanno fatto irruzione in diversi seggi e hanno cercato di fotografare elettori, schede elettorali e giornalisti i presenti. I blitz, segnalati nelle località di Boden, Ludvika e Kungalv, hanno causato forte apprensione tra gli elettori.