I parlamentari del Pd presenteranno un esposto alla Corte dei Conti per valutare eventuali danni erariali per il ritardo nei bandi di gara sulla Torino-Lione. Lo annuncia l’ex ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, nel corso di un incontro a Torino. “Ogni mese di ritardo che è imputabile a decisioni politiche e non tecniche ci costa 75 milioni di euro – spiega -. A nostro giudizio ci sono quindi gli estremi perché la Corte dei Conti indaghi per danno erariale perché si tratta di soldi pubblici che in gran parte ci ha dato la Ue”.
“Al di là delle chiacchiere rischiamo di perdere i finanziamenti che abbiamo già ricevuto e soprattutto i ritardi nei lavori costano decine di milioni di euro ai contribuenti italiani ed europei”, prosegue Delrio, che poi sottolinea: “Qualcuno pensa che la perdita di tempo sia solo una chiacchiera da giornale ma la perdita di tempo come certifica un documento che è in nostro possesso del cda di Telt, cioè della società che deve costruire il tunnel, ha conseguenze molto gravi anche dal punto di vista finanziario”. L’ex ministro vuole quindi “che la Corte dei Conti accerti queste conseguenze e di chi sono le responsabilità di queste gravi perdite valutate in decine di milioni al mese”.
Delrio poi si rivolge direttamente a Salvini: “Ha uno strumento molto semplice per sbloccare dei lavori: andare in Cdm e dire che il Consiglio dei ministri deve dare l’ordine al ministro Toninelli di sbloccarli“. “Non è facendo le gite in Piemonte che si sbloccano i lavori, è facendo il proprio mestiere”. Salvini, secondo Delrio, “deve fare semplicemente il suo mestiere. Lui è il vicepremier, non è l’usciere di Palazzo Chigi. Non è che si trovano a Palazzo Chigi per scrivere dei foglietti da sventolare sul balcone o per fare dirette Facebook, si trovano a Palazzo Chigi per decidere in base alle loro competenze e, laddove si riunisce il Cdm può far valere le sue ragioni, non al cantiere”.
Nel frattempo Toninelli torna sull’analisi costi-benefici: “Non mi interessa un’analisi di un organo di parte. Noi i numeri sui costi-benefici li abbiamo e li stiamo completando e traducendo in francese per portarli a Bruxelles. La Tav è oggetto di un trattato internazionale”. “Nel contratto di governo – spiega – viene detto di ridiscutere integralmente l’opera nel rispetto dei patti con la Francia. Per farlo dobbiamo avere i numeri in mano”. Secondo il ministro “a metà febbraio avremo un primo incontro con la commissaria europea ai trasporti e con il ministro francese, poi renderemo pubblica l’analisi in Italia, ci sarà il dibattito pubblico e ne discuteremo in maggioranza”.