(LaPresse) “Hanno reso chiaro che dopo il mio ritorno a casa avrei avuto sicuramente qualche punizione e che se mi fossi rifiutata di tornare e avessi corso nei 200 metri, sarei stata licenziata e buttata fuori dalla squadra nazionale”. Così Krystsina Tsimanouskaya, l’atleta 24enne bielorussa che a Tokyo ha rifiutato di tornare in patria denunciando che era un rientro forzato e non previsto. Tsimanouskaya si è rivolta alla polizia in aeroporto, poi è entrata in contatto con il Cio e l’Unhcr ed è entrata nell’ambasciata polacca. “La frase chiave è stata quando mi hanno detto ‘La decisione non è stata presa da noi ma da altre persone e ci hanno solo ordinato di fare così’” ha aggiunto.
L’attivista bielorusso trovato impiccato a Kiev
Proprio oggi è arrivata la notizia della morte di un attivista antigovernativo bielorusso trovato impiccato a Kiev, in Ucraina, dove si era rifugiato da un anno. Vitaly Shishov era il direttore della Casa bielorussa in Ucraina, una ong che aiuta i suoi compatrioti a fuggire dalla repressione nel Paese guidato da Lukashenko.