Riprende oggi in tribunale a Torino l’udienza preliminare del cosiddetto ‘Eternit bis‘, processo che vede alla sbarra l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny. Il reato contestato è l’omicidio doloso di 258 persone, morte a causa di patologie correlate all’esposizione dall’amianto. Si riapre dopo lo stop di un anno fa, con il quale il gup Federica Bompieri aveva chiesto alla Corte Costituzionale di esprimersi sull’eccezione sollevata dai legali dello stesso Schmidheiny, i quali sostenevano l’impossibilità di essere processati due volte per lo stesso reato. Nel maxiprocesso, però, il reato contestato era quello di disastro doloso, mentre nel nuovo processo è quello di omicidio doloso.
“Il processo rappresenta la ripresa della speranza per tutti i cittadini coinvolti in questi tragici eventi e per la parti civile costituite in questo processo, sia vittime sia associazioni. Poi la grande speranza è che si riesca a concludere velocemente l’udienza preliminare e si vada a dibattimento celermente”. Lo ha detto Laura d’Amico, legale dell’Associazione familiari e vittime dell’amianto, a margine dell’udienza che vede l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny accusato di omicidio doloso per la morte di almeno 258 persone, a causa dell’espozione all’amianto. “Ci aspettiamo il rinvio a giudizio – ha aggiunto d’Amico – per il reato di omicidio doloso”.
Astolfo Di Amato, legale dell’imprenditore svizzero Schmidheiny, accusato di omicidio doloso per la morte di almeno 258 persone ha, invece, sottolineato: “La sentenza della Corte Costizionale ha chiarito molte cose. Innanzitutto ha detto che non si può essere processati due volte per lo stesso fatto che è, sostanzialmente, identico. Riteniamo, quindi, che il processo sia improcedibile” a causa dell’espozione all’amianto.