Un trapianto di rene su un paziente sveglio di 40 anni, affetto dalla sindrome di Prune-Belly, una malattia rara congenita, è stato effettuato all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Lo straordinario intervento, durato quasi 5 ore, è avvenuto senza anestesia generale, ma con sola anestesia combinata peridurale e spinale. La sindrome di Prune-Belly ha un’incidenza stimata da 1 ogni 35.000 a 1 ogni 50.000 nati vivi e riguarda prevalentemente le persone di sesso maschile (97%). È caratterizzata da assenza dei muscoli addominali, anomalie delle vie urinarie, ipotonia vescicale, megauretere, criptorchidismo o agenesia testicolare, ipertensione arteriosa e malattia renale cronica ingravescente. A questi aspetti se ne possono poi associare altri, come una malformazione del disegno toracico, nota come ‘pectus excavatum’, che può condurre a insufficienza respiratoria.
L’insufficienza renale cronica porta alla necessità di dialisi e alla valutazione della fattibilità di un trapianto di rene, un’ardua sfida dal punto di vista chirurgico in considerazione del quadro addominale e urologico. Nel caso del paziente 40enne si è aggiunta la presenza di pectus excavatum con un’insufficienza respiratoria di tipo restrittivo, che ha reso impossibile effettuare un’anestesia generale e ha escluso la possibilità di un trapianto renale tradizionale. L’unica possibilità è stata quella di ricorrere a un’anestesia combinata peridurale e spinale a paziente sveglio. L’eccezionalità e l’estrema difficoltà di questo tipo di anestesia per le anomalie della colonna vertebrale e la complessità chirurgica addominale e urologica del paziente hanno portato a un intervento durato quasi 5 ore.
L’anestesista che ha perfezionato questa tecnica e permesso di mantenere il paziente in anestesia spinale per tutto il tempo è Fabio Gobbi, dell’équipe diretta da Pier Paolo Donadio. A effettuare l’operazione sono stati i chirurghi Omidreza Sedigh (Urologia universitaria), Aldo Verri e Caterina Tallia (Chirugia vascolare ospedaliera).