Due bimbi, gemelli, figli di una coppia omosessuale non sono in regola: niente trascrizione nei registri cittadini valida per entrambi i genitori. È successo a Torino dove un ufficio del Comune ha negato la trascrizione dell’atto di nascita di due gemelli nati in Canada da una coppia di uomini con il sistema della gestazione per altri: l’atto era già stato trascritto per il padre biologico e non è stato esteso all’altro genitore.
“Il riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali nati in Italia e le trascrizioni sui registri di stato civile di quelli nati all’estero devono diventare prassi consolidata in tutte le amministrazioni comunali. Questo – spiega l’assessore alle Pari Opportunità della Città di Torino, Marco Giusta – al momento non è possibile perché viviamo in un vuoto normativo che gli uffici di stato civile hanno difficoltà a riempire, per questo assistiamo a differenti posizioni nei vari comuni a livello italiano”.
Uno dei motivi del ‘no’ si richiama alla legge 40 sulla procreazione assistita, che vieta la surrogazione di maternità, permessa invece in Canada. “La nostra amministrazione – continua Giusta – sta cercando, con un lavoro prezioso svolto assieme agli uffici, di trovare nuove strade per riuscire a rispondere alla quotidianità della vita delle persone. Questo percorso non è semplice perché ogni situazione è diversa e c’è rischio di esporre le famiglie a sentenze o a pubblicità non richiesta”.
Vi è però una novità di assoluta importanza, fanno sapere da Palazzo Civico. Il Comune di Torino infatti ha interpellato l’Anusca e il Ministero degli interni, “che ci ha risposto di procedere con le modalità in essere, ma nel contempo ha interessato l’avvocatura di Stato affinché fornisca delle linee generali di indirizzo in materia di genitorialità tenendo conto delle recenti sentenze della Corte di Cassazione (tra le quali la sentenza 14878,2017) nella quale si riconosce alla coppia la possibilità di rettificare la trascrizione inserendo anche la seconda madre”. Questa risposta, secondo l’assessore Giusta, apre indubbiamente una strada a livello nazionale a vantaggio non solo del Comune di Torino.
L’amministrazione, inoltre, sta studiando la possibilità che il Comune si costituisca parte civile a fianco delle famiglie nei ricorsi contro i dinieghi. “Vi è quindi una grande attenzione da parte della giunta e degli uffici per riuscire a perseguire tutte le strade possibili per risolvere il problema”, conclude Giusta.