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Tranviere tace davanti al gip: Jessica chiamò carabinieri

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Davanti ai magistrati non parla. Non lo ha fatto con il pm Cristina Roveda che ha passato il pomeriggio nella sua casa di via Brioschi, dove poche ore prima aveva ucciso la 19enne Jessica Valentina Faoro. E non ha risposto nemmeno alle domande del gip Anna Calabi nel corso dell’interrogatorio di garanzia a San Vittore. Il giudice nelle prossime ore, come pare scontato, convaliderà il fermo e disporrà la custodia cautelare in carcere per Alessandro Garlaschi, 39 anni, tranviere, accusato di aver ucciso la ragazza che ospitava da qualche settimana.

Per il suo gesto, però, l’uomo non ha dato spiegazioni chiare. “Ho rigirato il coltello che Jessica aveva in mano – si è limitato a dire ai poliziotti che per primi sono arrivati nel suo appartamento – e l’ho colpita allo stomaco”. E ancora: “Abbiamo avuto una banale discussione sulla scelta di un film, lei mi ha ferito con il coltello, l’ho disarmata e poi l’ho colpita”. Parziali ammissioni che però non ha confermato davanti ai magistrati.

La moglie di Garlaschi, invece, non è coinvolta nella morte di Jessica: la sera dell’omicidio era andata a dormire dalla madre. Non era in casa verso le 3 di notte, quando il marito ha colpito a morte Jessica con quattro o cinque coltellate, poi, in preda al panico, ha cercato di sbarazzarsi del corpo bruciandolo. Verso le 6 di mattina il tranviere ha chiamato Atm per avvisare che stava male e che non poteva andare al lavoro. Subito dopo è andato a casa della suocera per riaccompagnare a casa la moglie. L’allarme lo ha dato solo alle 10.30, quando con i vestiti sporchi di sangue è sceso in cortile e al portiere ha detto: “A casa mia c’è una ragazza morta”.

Nel frattempo, si indaga per far luce sulla vita del tranviere e della moglie, che spesso ospitavano ragazze dal passato difficile, come quello della 18enne. Poi Garlaschi chiedeva favori sessuali alle ragazze e si vantava delle sue ‘conquiste’ con i colleghi. Jessica, però, non voleva fare. Una settimana prima di essere uccisa la 18enne aveva chiamato i carabinieri raccontando che, mentre lei dormiva, il 39enne aveva tentato un approccio. La pattuglia che era arrivata in via Brioschi ha trovato la giovane per strada. “Devo tornare di sopra a prendere i miei due zaini – aveva detto – non voglio rimanere più in quella casa”. I carabinieri erano saliti e in casa c’era solo Garlaschi. I militari avevano chiesto alla ragazza se avesse bisogno di un tetto, ma lei aveva risposto che sarebbe andata da un’amica. Quella notte Jessica Valentina Faoro non era tornata nell’appartamento dell’orrore. Ma poi qualcosa o qualcuno, purtroppo, le ha fatto cambiare idea.
 

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