Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha comunicato al Consiglio provinciale, riunito da stamattina per la discussione dell’assestamento di bilancio, di una nuova fuga dell’orso M49 dal recinto protetto del centro del Casteller, dove si trovava dalle prime ore del 29 aprile scorso. Il 28 era stato catturato in ottemperanza a un’ordinanza emessa a seguito delle ripetute incursioni dell’animale in baite e altri manufatti.
L’orso nel corso della notte è riuscito a superare la barriera elettrica e, raggiunta l’ultima recinzione, ha divelto la rete elettrosaldata piegando l’inferriata dello spessore di 12 millimetri, fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno. Ad accorgersi dell’accaduto è stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il fatto sia accaduto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, ha notato come il segnale del radiocollare a un certo punto partisse dall’esterno del recinto. Sono state immediatamente disposte le procedure per ricostruire i movimenti dell’animale e per localizzarlo. Al momento risulta fermo in un’area della Marzola, che i forestali stanno presidiando.
Enpa: Fuga M49 dimostra che è selvatico.
Dalla fuga di M49 oggi abbiamo acquisito due certezze: l’orso M49 è un animale che ha mantenuto la sua selvaticità e la Provincia Autonoma di Trento non è in grado di gestire gli orsi del Trentino. M49 è scappato perché, a differenza di quanto si è cercato di dimostrare, ha mantenuto la sua componente selvatica e grazie a quella ha trovato il coraggio di superare ogni ostacolo, affrontare il pericolo pur di riconquistare la sua libertà. Altro che orso che tollera la presenza umana e che gradisce essere alimentato, come qualcuno ha cercato di far credere. Ci appelliamo ancora una volta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa affinché M49 (sterilizzato e con radio collare) rimanga libero e monitorato e affinché intervenga e prenda in mano una situazione, quella degli orsi in Trentino e della fauna selvatica particolarmente protetta, ormai palesemente senza controllo”. Così in una nota l’Ente nazionale protezione animali. “È ora di dire basta – aggiunge l’Enpa – a questa gestione degli orsi, ricordiamo animali particolarmente protetti, basata su catture, condanne a morte e chiari interessi politici di cacciatori, agricoltori e allevatori. Categoria, quest’ultima, che, invece di lanciare subito l’ennesimo allarme, dovrebbe iniziare ad applicare i sistemi di prevenzione, tra l’altro previsti dalla legge. Quella di oggi è l’ennesima riprova, se mai ce ne fosse davvero bisogno, di quanto sia fallimentare la politica della Provincia Autonoma di Trento in materia di gestione di fauna selvatica ed in particolare degli orsi. L’Ente nazionale protezione animali ribadisce che gli orsi, come tutti gli animali selvatici, devono rimanere liberi”.
Il ministro dell’Ambiente Costa: “Non sia rinchiuso o abbattuto”
“Come volevasi dimostrare #Papillon, soprannome di Henri Charrière, il fuggiasco francese, è il soprannome migliore che potevamo scegliere per l’orso M49: questa mattina è fuggito per la seconda volta dal recinto in cui era stato rinchiuso”. Così su facebook il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Ho sentito il presidente della provincia di Trento Fugatti e allertato Ispra. La mia posizione rimane la stessa: ogni animale deve essere libero di vivere in base alla sua natura. Papillon ha il radiocollare e quindi rintracciabile e monitorabile facilmente: non ha mai fatto male a nessuno, solo danni materiali facilmente rimborsabili. Chiediamo che non venga rinchiuso e assolutamente non abbattuto”, aggiunge.