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Si schiera dalla parte della Tav Giovanni Tria, il ministro dell’Ecomonia del governo Lega-M5s, fortemente diviso sul futuro dell’opera. Se Matteo Salvini tira dritto perché si faccia, al netto di qualche piccola modifica, e il M5s prende ancora tempo per trovare il modo di fermarla, Tria non ha dubbi: “Su Tav e infrastrutture bisogna capire che nessuno verrà mai ad investire in Italia, con investimenti di lungo termine, se il Paese mostra un governo che cambia, non sta ai patti, cambia i patti, cambia le leggi e le fa retroattive”. “Queste infrastrutture sono di lungo termine – ha aggiunto Tria – non si può pensare che questo Governo cade, viene un nuovo governo e disdice tutti i contratti”.

Giustizia – “Si rilevano criticità legate alla litigiosità fiscale che rimane elevata, generando incertezze e producendo sfiducia tra gli investitori esteri”.  Tria ha ricordato che il valore economico annuale delle controversie tributarie è superiore ai 30mld (nel 2018 è stato pari a 18,9mld in primo grado e 12,3mld in secondo grado). “Gli effetti sulle attività produttive – ha spiegato il ministro – impongono un’analisi approfondita prima di procedere a qualsiasi riforma che preveda nuovi assetti”.

Per riformare la giustizia tributaria è necessario istituire “un tavolo tecnico presso il ministero dell’Economia, con tutti gli operatori coinvolti, per individuare i correttivi più adeguati e le coperture finanziarie necessarie”. “Una riforma non può che essere graduale, salvaguardando i livelli dei servizi esistenti”, ha sottolineato Tria, citando le “molte proposte di legge presentate in Parlamento, che mostrano soluzioni spesso divergenti”.

Fisco – Nel biennio dal 2016 al 2018, i tempi dei processi tributari “si sono ridotti a 4 anni e sono così conformi alla ragionevole durata stabilita in sede europea”. Il calo è stato del 9%, definito come un risultato “eccellente, che occorre migliorare attraverso interventi legislativi, mirati sia sotto il profilo regolamentare sia processuale sia salvaguardando l’impianto e l’assetto generale di una giurisdizione speciale e autonoma, munita di ogni garanzia costituzionale”. Il ministro ha sottolineato che “i dati statistici indicano come il 53% degli atti e dei documenti siano in formato digitale e vengano depositati tramite apposito applicativo web”, ma “occorre non dimenticare che la completa digitalizzazione richiede uno sforzo operativo e un cambio di mentalità degli operatori del settore”.

Iva – Le ipotesi di aumento dell’Iva o di una manovra correttiva “sono tutte follie: io penso che non sarebbe sensato fare questo, dal punto di vista della politica economica”. Tria ha sottolineato che dopo un negoziato con la Commissione europea sono stati fissati degli obiettivi di deficit/pil, i quali restano tali al di là dell’andamento peggiore o migliore dell’economia. Quindi, “se l’economia va peggio, non è che bisogna fare una manovra correttiva”, ha sottolineato il ministro. Tria ha aggiunto che “una manovra correttiva serve se il deficit in sè aumentasse al di là di quanto preventivato con spese fuori controllo, ma le spese sono sotto controllo”.

Alitalia –  “Alitalia non deve essere resa pubblica, deve trovare una soluzione di mercato”. La nomina, firmata dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio, non è stata però ancora avallata dallo stesso Tria. Detto questo, “è importante avere una compagnia di bandiera, italiana”, ha aggiunto Tria.

Inps – Della nomina di Pasquale Tridico a capo dell’Inps, “io l’ho letto sui giornali, e comunque è un commissario, non il presidente”. 

Manovra bis –  “Questa storia della manovra correttiva è quasi una fissazione, io non la capisco”, ha detto Tria. “Noi siamo in una situazione tra la stagnazione e la recessione, e si parla di una manovra correttiva, ma che cosa si intende? L’idea è quella di una manovra restrittiva, con più tasse o meno spesa. Ma in una situazione come quella italiana non è il momento di adottare una politica di questo tipo: non bisogna essere keyneasiani per pensare che questa non è la politica che va fatta”. Quello sulla manovra bis, ha continuato il ministro, “mi fa venire in mente le tricoteuses attorno alla ghigliottina”, cioé quelle popolane che “lavoravano a maglia e applaudivano quando tagliavano le teste”. Insomma, “appena arriva una notizia cattiva sull’economia, tutti che godono: sono delusi che non ci sia stato il downgrade, e dicono che ci sarà la prossima volta. Si può odiare questo governo, però siamo tutti italiani e non si possono dire delle cose contro l’andamento dell’economia italiana: se le cose vanno male, vanno male per tutti”.

Savona – Dell’ex ministro Paolo Savona, che guiderà la Consob, “si sente la mancanza: un dialogo con lui è sempre utile”. 

Risorse auree – “Solo la Banca centrale europea può disporre delle risorse auree. Bankitalia non può dare oro all’Italia, perché sarebbero aiuti di Stato”, ha detto il ministro  rispondendo a Claudio Borghi, esponente della Lega che aveva proposto di definire la proprietà delle risorse auree detenute dalla Banca d’Italia come proprietà dello Stato.

Deleghe ai viceministri – “Le deleghe sono state scritte a luglio, c’era una piccola cosa da cambiare, poi ci siamo occupati di altro e ci siamo dimenticati il problema: adesso le faremo”. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria a proposito delle deleghe ai suoi viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia

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