Si è concluso martedì 8 gennaio il lavoro del governo sull’emendamento al Decreto Semplificazione in cui si afferma che ‘le attività upstream non rivestono carattere strategico e di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità’. Lo si legge in un comunicato del Mise, il quale specifica poi che l’emendamento prevede la sospensione di permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati. “L’emendamento – ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’Energia, Davide Crippa – prevede l’introduzione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, strumento già in programma da tempo, e la rideterminazione di alcuni canoni concessori”.
lI Piano per la Transizione Energetica Sostenibile “andrà definito e pienamente condiviso con Regioni, Province ed Enti Locali e individuerà le aree idonee alla pianificazione e allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale e quelle non idonee a tali attività”. Questo “per assicurare la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e per accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale alla decarbonizzazione”.
“Inoltre – ha aggiunto il sottosegretario Crippa – l’emendamento prevede, a tutela di tutte le parti in causa che, fino all’approvazione del Piano, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio”. L’emendamento deve essere ancora discusso alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici, Comunicazioni.
Il comunicato del Mise arriva a poche ore dalle parole di Toninelli, ministro delle Infrastrutture, che aveva sostenuto come sulle trivelle “non verranno date le autorizzazioni, perché sarebbe come tornare indietro”. “Sul tema è stato chiarissimo il vicepresidente, Luigi Di Maio – ha aggiunge -. Ora viene la parte politica, con il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e vedrete di che pasta siamo fatti”. E proprio il ministro dell’Ambiente ha commentato: “Non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò”