Donald Trump riceve alla Casa Bianca il braccio destro di Kim Jong Un, Kim Yong Chol, giunto a Washington per recapitare la lettera del leader nordcoreano che spiana la strada allo storico summit di Singapore fra lui e Trump. Al termine dell’incontro infatti Trump conferma la data del 12 giugno e ribadisce la volontà di denuclearizzazione di Pyongyang. “I colloqui tra Usa e Corea del Nord “saranno un percorso” ma “alla fine avranno successo”, precisa il presidente americano aggiungendo che durante i negoziati gli Stati Uniti non imporranno nuove sanzioni alla Corea del Nord.
In un nuovo segnale spettacolare di distensione in vista dell’ipotetico vertice, l’inviato di Pyongyang è andato a colloquio personalmente con Trump nello Studio ovale. La missiva di Kim, definita dal presidente Usa “molto bella e interessante”, fa seguito alla lettera aperta di Trump con cui il tycoon aveva annullato, la settimana scorsa, l’incontro di Singapore, denunciando la “ostilità” di Pyongyang ma lasciando la porta aperta a una ripresa del dialogo. E da allora i contatti fra le parti sono ripresi, tanto che l’amministrazione Trump è ottimista sul fatto che il vertice possa tenersi. Stando alle indiscrezioni del Wall Street Journal (Wsj), nella lettera Kim esprime interesse a un incontro con Trump, senza fare significative concessioni.
Ad accogliere Kim Yong Chol alla Casa Bianca c’erano il capo dello staff John Kelly e i responsabili del dossier nordcoreano al dipartimento di Stato e alla Cia, Mark Lambert e Andrew Kim. È stato poi il consigliere per la sicurezza nazionale Usa John Bolton ad accompagnarlo nello Studio ovale dal presidente. Il capo negoziatore di Pyongyang, che è il più alto dirigente nordcoreano a recarsi negli Usa da 18 anni, giunto con la lettera dell’erede della dinastia Kim regnante in Corea del Nord da oltre 70 anni, vi incontrerà anche il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, per la terza volta in tre giorni. Pompeo e Kim Jong-Chol si sono già incontrati infatti mercoledì e giovedì a New York, e al termine di quegli incontri lo stesso segretario di Stato ha parlato di un dialogo “sostanziale”. “Andiamo nella giusta direzione” e sono stati fatti “progressi” ma “resta ancora molto lavoro da fare”, aveva detto Pompeo.
Nel negoziato, Washington chiede una “denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile” e non intende fare concessioni sulle sanzioni internazionali se non finché il processo, complesso e lungo, sarà completato o arriverà almeno a uno stadio molto avanzato. Pyongyang, dal canto suo, ha accettato di parlare di una denuclearizzazione, ma rifiuta che sia unilaterale, e la sua definizione rischia di essere lontana da quella degli americani, visto che finora i nordcoreani hanno presentato il loro arsenale atomico come una garanzia per la sopravvivenza del regime. Nelle scorse ore, Kim ha dichiarato di volere “andare verso una denuclearizzazione della penisola coreana”, ma con un processo graduale, “passo dopo passo”.