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Ucraina, domani Zelensky alla Camera: Salvini in aula ma scatta la conta degli assenti

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L’aula di Montecitorio si prepara per accogliere, domani mattina, l’intervento in videocollegamento con il premier ucraino Volodymyr Zelensky, a cui seguirà il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma a tenere banco sono le polemiche sui probabili assenti. Sono diversi i parlamentari, di differente estrazione politica, che potrebbero infatti non presentarsi in aula, in dissenso più o meno aperto con la decisione di ospitare Zelensky. Non sarà una seduta comune delle Camere in senso formale (come quella che viene convocata per l’elezione del Presidente della Repubblica), ma deputati e senatori si riuniranno comunque a Montecitorio per assistere all’intervento del leader ucraino: per l’accesso non è previsto tampone e basterà il green pass base e, anche per la brevità dell’evento che avrà una durata di circa mezz’ora, ci si atterrà alle normali regole di distanziamento, con i parlamentari seduti nell’emiciclo e in tribuna e l’obbligo della mascherina.

Per la prima volta, invece, il segnala per le dirette tv sarà trasmesso con il doppio logo di Camera e Senato. Una volta iniziata la seduta scatterà la conta per segnare chi c’è e chi non c’è. Ci sarà sicuramente il leader della Lega, Matteo Salvini, come apprende LaPresse da fonti leghiste che precisano: “Nessun distinguo ideologico” sull’iniziativa di domani alla Camera. “Domani saremo in aula ad ascoltare Zelensky”, conferma il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo, che si esprime anche su eventuali ‘dissidenti’: “Pillon non ci sarà? Su questi temi se c’è qualcuno che ha una sua idea ci sta. La linea della Lega però è che si va e lo si ascolta”, aggiunge, smentendo le narrazioni su una Lega filo-Putin: “No, solo speculazioni, abbiamo avuto un dialogo con la Russia dopo le sanzioni del 2014 per sostenere le imprese italiane”. Presenti saranno anche i parlamentari del Pd, che oggi attaccano le annunciate defezioni degli esponenti degli altri partiti, anche della stessa maggioranza di Governo. “Un gruppo di parlamentari, tra Lega e M5S, ha annunciato in pompa magna che non parteciperà al video collegamento di Zelensky domani alla Camera. La stessa cosa farà mercoledì in Francia Marine Le Pen. Ogni commento sulla matrice politica di tali assenze sarebbe superfluo”, afferma il senatore dem Andrea Marcucci, mentre la deputata Pd Alessia Rotta giudica “molto grave che alcuni parlamentari non parteciperanno al video collegamento di Zelensky, perché certificano una vicinanza politica a chi sta devastando l’Ucraina e mettendo a rischio la sicurezza globale”. Nel mirino finisce l’ambiguità mostrata da alcuni parlamentari nei confronti del presidente russo, Vladimir Putin.

E certo non hanno aiutato le esternazioni di alcuni parlamentari sulla necessità di invitare anche lo stesso Putin in una sorta di contraddittorio, posizione ribadita oggi dalla senatrice del gruppo Misto Bianca Laura Granato (ex M5S): “Rispetto al messaggio del presidente ucraino a Camere unificate continuo a dire che è altrettanto necessario ascoltare il presidente russo Putin”, perché “il governo italiano e la stampa mainstream con queste prese di posizione, anziché favorire il processo diplomatico che potrebbe portare alla pace, alimentano l’escalation”. Sulla stessa linea si era espresso, la settimana scorsa in un’intervista, il deputato pentastellato Nicola Grimaldi. Un’idea bollata come “sciocchezza” dal leader M5S Giuseppe Conte, secondo il quale “la linea del Movimento 5 Stelle è chiara e non c’è da discutere”. Ma comunque l’ex premier deve fare i conti con le diverse voci contrarie alla presenza di Zelensky (come il deputato Gabriele Lorenzoni) e con coloro che hanno votato contro o si sono astenuti sull’invio di armi all’Ucraina: tra questi ultimi potrebbe risultare assente, domani, il senatore Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama che già aveva votato contro l’invio delle armi in Ucraina; la sua presenza in aula, infatti, è fortemente in dubbio.

Le fonti parlamentari M5S interpellate riferiscono comunque che non bisogna attendersi un numero clamoroso di defezioni: “Saranno in pochi e una parte di essi non verrà per altri giustificati motivi o ragioni di organizzazione”. Tra questi ultimi il senatore pentastellato Vincenzo Presutto, che a LaPresse spiega: “Io domani non ci sarò perché avevo già preso altri impegni, ma sono assolutamente favorevole alla presenza di Zelensky in aula”, anche se “da parte di qualcuno c’è una sensibilità diversa”, ammette. Annunciano invece la loro assenza i parlamentari di Alternativa, per i quali “si tratta solo e soltanto di un’operazione di marketing che non servirà a far cessare le ostilità e non avrà alcuna utilità per la parte offesa”. A cercare di spegnere le polemiche interviene il presidente della Camera, Roberto Fico, in un’intervista al Corriere della Sera: “Il Parlamento ha approvato con una maggioranza quasi unanime tutti i provvedimenti a favore dell’Ucraina. I capigruppo e i partiti sono tutti uniti. Non penso ci siano istanze pro Russia, ma il Parlamento è il luogo del dibattito. Non si tratta dei gruppi, si tratta di voci isolate. L’idea di ascoltare Putin non esiste, non è nemmeno da commentare”.

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