Inizio d’anno con ‘cambio della guardia’ in Unione Europea, il cui membro più povero, la Bulgaria, assume per la prima volta oggi la presidenza di turno dell’UE. La Bulgaria è determinata a far avanzare questioni calde, compresa la politica migratoria.
“La Bulgaria assumerà la presidenza europea in un momento chiave per l’Unione (…) Che lo slogan ‘L’unione fa la forza’ ci conduca”, ha scritto lunedì il primo ministro conservatore e filoeuropeo Boyko Borissov su Facebook. “Sono fiducioso che lavoreremo con successo sulle nostre priorità, sulla continuità”, ha detto Borissov. Secondo un recente sondaggio di Gallup, il 62% dei bulgari ha fiducia nell’Ue. La spinosa questione della migrazione, il post Brexit e il post 2020 sono tra i dossier più impegnativi per quest’inzio d’anno europeo.
Nel corso dei prossimi sei mesi la presidenza si concentrerà infatti su quattro settori chiave: futuro dell’Europa e giovani, Balcani occidentali, sicurezza e stabilità, economia digitale. Nel background la Francia con l’attivismo di Macron, una Germania con la Merkel alle prese ancora con la formazione di un Governo. E la Spagna in crisi politica con la Catalogna che vuole l’indipendenza. A completare il quadro il tassello Italia, alla prova delle politiche a marzo e le legislative in Ungheria. In giugno sarà poi il turno dell’Austria per andare al timone Ue. Quell’Austria che ha da poco espresso un Governo di estrema destra al potere a Vienna. Gli Stati membri che esercitano la presidenza collaborano strettamente a gruppi di tre, chiamati “trio”.
Questo sistema è stato introdotto dal trattato di Lisbona nel 2009. Il trio fissa obiettivi a lungo termine e prepara un programma comune che stabilisce i temi e le questioni principali che saranno trattati dal Consiglio in un periodo di 18 mesi. Sulla base di tale programma, ciascuno dei tre paesi prepara un proprio programma semestrale più dettagliato. Il trio di presidenza attuale è formato dalle presidenze estone, bulgara e austriaca.