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Ue, Meloni tiene il punto con Macron

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Il Consiglio europeo è stata “una grande vittoria” per l’Italia. Si dice molto soddisfatta la premier Giorgia Meloni per i risultati raggiunti dal vertice di ieri, fino a notte fonda. Tanto che oggi la presidente si è voluta fermare a Bruxelles per illustrare le misure approvate e respingere le accuse di isolazionismo tra i Ventisette e di gelo col presidente francese Emmanuel Macron, con cui tuttavia tiene il punto sulla sua posizione. Con l’inquilino dell’Eliseo ci sono rapporti normali, si sono anche stretti la mano lui e la premier ieri, questo non significa che quando non si è d’accordo non si debba dire quello che si pensa, è il ragionamento di Meloni che tuttavia difende la sua definizione di “inopportuno” per l’invito di Macron a Parigi a Zelensky. Perché “anticipare la compattezza” che si è avuta ieri con tutti i leader e il presidente ucraino “rischiava di indebolire l’opinione pubblica complessiva rispetto a questa materia”.

Perché “l’Italia è una nazione abbastanza centrale in Europa” da dover dire le cose quando non è d’accordo. Anche perché, è la metafora usata dalla presidente, “non c’è un’Europa di seria A e una di serie B, quando si dice che l’Europa ha una prima classe e una terza classe, vale la pena di ricordarsi del Titanic, perché quando la nave affonda non importa quanto hai pagato il biglietto”. Con la Francia è confermato l’impegno a fornire i sistemi di missili terra/aria Samp-T, ad esempio, ed è un tema di cui Meloni ha parlato ieri nell’incontro con il presidente ucraino Zelensky, con cui sta definendo anche le date per l’imminente visita a Kiev. Conferma la posizione dell’Italia nel sostegno a 360 gradi all’Ucraina la titolare di Palazzo Chigi, che si dice dispiaciuta per la polemica sorta attorno all’intervento in video di Zelensky al Festival di Sanremo.

 

Il governo italiano rivendica il fatto di essere riuscito a far adottare nelle conclusioni 7-8 proposte, a cominciare dal dossier migranti, dove abbiamo visto “un approccio molto diverso da quello che abbiamo visto negli anni”. Un capitolo che si apre proprio con il riconoscimento della migrazione come una questione europea che necessita di una risposta europea. E la difesa delle frontiere esterne, ma anche gli accordi con i paesi di origine e transito, interessa tutti. Anche gli Stati che si preoccupano dei movimenti secondari come l’Olanda, col cui premier Rutte la premier riferisce di essersi trovata in sintonia. Insomma, i leader hanno appoggiato il piano d’azione per il Mediterraneo centrale, chiesto di unificare le decisioni di rimpatrio a livello Ue, la protezione dei confini con attrezzature finanziate anche da fondi comunitari e, soprattutto, il riconoscimento, come chiedeva l’Italia, della specificità delle frontiere marittime rispetto a quelle terrestri.

“Io non ho percepito un cambio di passo, io ho ottenuto un cambio di passo”, rimarca la premier. Poi c’è tutto il dossier economico, su cui il governo di Roma rivendica l’aver ottenuto la flessibilità nell’uso dei fondi europei disponibili e la creazione del Fondo sovrano prima dell’estate. Non ha evitato l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato per le imprese green ma almeno si è arrivati a mettere alcuni paletti. Eppure con Bruxelles rimangono aperti alcuni capitoli spinosi, come quello dei balneari. Il governo sembra intenzionato a introdurre nel Milleproroghe l’ennesima estensione delle concessioni attuali ma la premier si dice convinta che con la Commissione europea ci siano ancora “delle interlocuzioni che si possono avviare a partire dal tema storico della mappatura delle spiagge”, afferma, “per difendere un mondo produttivo che secondo noi è strategico”. L’Ue al momento attende la decisione definitiva ma ha già avvertito che non dovrebbero esserci “ulteriori ritardi”, pena l’avanzamento della procedura di infrazione.

Conferenza stampa da Bruxelles. #EUCO https://t.co/JlAAuidlnF

— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) February 10, 2023

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