Undici Paesi, tra cui alcuni tra i maggiori alleati degli Stati Uniti come Giappone, Canada e Australia, sono pronti a firmare un accordo commerciale che sfida i dazi protezionistici del presidente Usa, Donald Trump. Secondo il New York Times, 11 nazioni sarebbero pronte a firmare un’intesa di libero scambio che copre 500 milioni di consumatori. Il nuovo accordo – noto come accordo globale e progressivo per il partenariato trans-Pacifico – farà cadere drasticamente i le tariffe e stabilirà nuove regole commerciali nei mercati che rappresentano circa un settimo dell’economia mondiale. La stessa intesa era stata inizialmente concepita dagli Stati Uniti per fermare l’ascesa della Cina.
Tra gli stati aderenti all’accordo ci sarebbero anche Messico, Vietnam, Nuova Zelanda, Cile, Malesia, Perù, Singapore e Brunei. Secondo un’analisi del Peterson Institute for International Economics, una volta entrato in vigore l’accordo dovrebbe generare ulteriori 147 miliardi di reddito complessivo. I suoi sostenitori dicono che rafforzerà anche le protezioni per la proprietà intellettuale e includerà un linguaggio che potrebbe incoraggiare i membri a migliorare le condizioni di lavoro. Inoltre, l’accordo aprirà più mercati al libero scambio di prodotti agricoli e servizi digitali nella regione. Mentre, ad esempio gli allevatori di bovini americani dovranno pagare tariffe del 38,5% in Giappone, ad esempio, Australia, Nuova Zelanda e Canada non lo dovranno fare.
“Il messaggio è che crediamo nel valore di un’economia aperta e nell’integrazione economica dei Paesi al fine di generare maggiore prosperità per il nostro popolo e le nostre nazioni”, ha detto la presidente del Cile, Michelle Bachelet, in una recente intervista nel palazzo presidenziale. “Penso che sia un valore tremendamente importante in un momento in cui alcuni settori del mondo operano in senso contrario rispetto a questa scelta, predicando messaggi di nazionalismo piuttosto che di integrazione”, ha aggiunto Bachelet.
Nel frattempo Trump aspetta “con impazienza il meeting delle 3.30 p.m. di oggi alla Casa Bianca”, in cui dovrebbe essere firmato proprio il provvedimento sui dazi. Su Twitter, tuttavia, precisa che nei confronti dei partner militari gli Usa si mostreranno più flessibili. “Dobbiamo proteggere e costruire le nostre industrie dell’acciaio e dell’alluminio mentre allo stesso tempo mostriamo grande flessibilità e cooperazione verso coloro che sono veri amici e ci trattano con correttezza sia nel commercio che in ambito militare”.