Quattro ordinanze di custodia cautelare, tre delle quali ai domiciliari e una in carcere, sarebbero state eseguite oggi nei confronti di altrettanti carabinieri in servizio in due caserme della Lunigiana, in provincia di Massa Carrara. Ai quattro arrestati la procura di Massa Carrara contesta a vario titolo, da quanto si apprende, i reati di falso e lesioni. L’inchiesta, avviata nel febbraio scorso, riguarderebbe singoli episodi come alcuni presunti atti di violenza fisica ai danni di un cittadino marocchino con precedenti di spaccio o la presunta violenza subita da una prostituta fermata e portata in caserma. Si ipotizza anche la falsificazioni di alcuni verbali.
“L’adozione delle misure, ancorché dolorosa sul piano umano, deve rendere edotti dell’assurdità da parte di chiunque, militari dell’Arma dei carabinieri compresi, di considerarsi al di fuori e al di sopra delle leggi dello Stato e anzi offre garanzia, enucleati gli autori di condotte improprie, della sicura correttezza e del sicuro senso delle regole di quanti altri fanno parte dell’Arma”, afferma in una nota il procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro. Nell’ambito della stessa inchiesta, altri cinque carabinieri risultano indagati e per quattro di loro è stato disposto il divieto di dimora, mentre per uno la sospensione dal servizio. Le misure cautelari sono state richieste dalla Procura lo scorso 4 aprile e disposte il 12 giugno dal gip del Tribunale di Massa Carrara, Ermanno De Mattia.
Precisando che l’accaduto è “un fatto circoscritto” e ribadendo “il più incondizionato e alto apprezzamento” per l’opera dell’Arma dei carabinieri, Giubilaro ha affermato che l’esecuzione del provvedimento è avvenuta “con sincero dispiacere”. Non è consentito, afferma Giubilaro, “in uno Stato di diritto quale è il nostro, che la sola appartenenza a una categoria sociale oppure a un corpo, ancorché meritevole e glorioso come l’Arma dei carabinieri, renda immuni da ogni responsabilità, autorizzi persino la commissione di reati e metta al riparo dal subire indagini”. Il procuratore sottolinea come le misure abbiano colpito “un numero ristretto di militari, a dimostrazione dell’impegno, della correttezza, del senso delle istituzioni e dello spirito di sacrificio che normalmente pongono nell’adempimento dei loro molteplici e delicati compiti i militari dell’Arma dei carabinieri della provincia di Massa”.