La quota vincente
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Al via il Tour de France: lo Squalo Nibali pronto ad azzannare Thomas e Bernal

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

 Vincenzo Nibali contro Geraint Thomas, Egal Bernal e il Team Ineos. Nonostante l’assenza per infortunio del quattro volte maglia gialla Chris Froome, la corazzata inglese (sei vittorie nelle ultime sette edizioni) resta la squadra da battere nell’edizione del Tour de France 2019 che prende il via oggi da Bruxelles, in Belgio, con arrivo il 28 luglio a Parigi. Per celebrare i 50 anni dalla prima maglia gialla del grande Eddy Merckx, gli organizzatori hanno deciso di partire dalla capitale belga dove sono attesi migliaia di tifosi e appassionati. Saranno anche cento anni dall’introduzione della maglia gialla come simbolo del primato. “Senza Froome il Tour non è la stessa gara”, ha ammesso il direttore della corsa Christian Prudhomme nei giorni scorsi.

Nella battaglia per la maglia gialla, l’avversario più pericoloso per Thomas potrebbe essere proprio il suo compagno di squadra Bernal, 22enne rivelazione colombiana. Thomas è reduce dalla brutta caduta al Giro di Svizzera lo scorso 18 giugno e si presenta non certo al meglio delle condizioni. “Sono solo felice di essere qui”, ha detto alla vigilia. Mentre sui potenziali rivali, ha aggiunto: “Ce ne sono molti, ma ci concentreremo su di noi, non su di loro, come al solito”. Dopo il trionfo al Giro di Svizzera, invece, Bernal punta a diventare il più giovane vincitore del Tour de France del dopoguerra e il primo colombiano a portare la maglia gialla a Parigi.

Le speranze italiane sono ancora una volta riposte tutte nel maestro della tattica ed ex vincitore al Tour Vincenzo Nibali. Reduce dalle fatiche del Giro d’Italia e da un periodo di allenamento in altura, lo Squalo è pronto a giocarsi le sue carte fino in fondo. Anche perchè un Tour senza Froome e Tom Dumoulin (l’olandese della Sunweb è l’altro grande assente) è un occasione che potrebbe non ricapitare più. “Dopo il primo arrivo a La Planche des Belles Filles (6/a tappa), vedrò dove sono”, ha spiegato il 34enne siciliano che lo scorso anno era stato costretto al ritiro dopo una rovinosa caduta causata da uno spettatore sulla salita dell’Alpe d’Huez. “Tutto dipenderà dalle mie sensazioni nella prima settimana”, ha spiegato.

Ma in un Tour mai così aperto e con tanti chilometri di salita, sono numerosi i candidati alla vittoria finale, a partire dal veterano danese Jakob Fuglsang, per arrivare all’inglese Adam Yates con il suo gemello Simon, senza dimenticare il colombiano della Movistar Nairo Quintana che potrà contare su due ‘gregari’ di lusso come Mikel Landa e Alejandro Valverde. “Ho deciso di vincere o morire”, ha detto Fuglsang recentemente. “A 34 anni, finalmente sono cresciuto”, ha aggiunto. La stessa Francia, che non vince il Tour de France dal 1985 con Bernard Hinault, ha due possibili protagonisti in Romain Bardet e Thibaut Pinot. “È passato un po’ di tempo, ma ho una sensazione vincente”, ha detto Pinot deciso ad essere protagonista sulle montagne del Massiccio Centrale, dei Vosgi fino alle salite mitiche del Tourmalet e del Galibier.

Il Tour non è però solo la lotta per la classifica generale, ma anche un teatro di grandi sfide fra i migliori velocisti del mondo come ad esempio l’azzurro Elia Viviani. Per la prima volta dal 2007 non ci sarà Mark Cavendish, vincitore in carriera di ben 30 tappe. “Ho il cuore spezzato”, ha detto il 34enne ex campione del mondo inglese. E’ così proprio Viviani, campione olimpico dell’Omnium, il protagonista più atteso fra gli sprinter. Il veneto vuole riscattare un Giro deludente con la conquista della maglia verde, ma dovrà fare i conti soprattutto con il tre volte campione del Mondo, lo slovacco Peter Sagan.

Insomma, sarà un Tour 2019 che si prevede spettacolare e molto combattuto fin dalla prima settimana quando i cacciatori di tappe come il francese Alaphilippe renderanno la corsa movimentata. Solo due le cronometro, di cui una a squadre, per un totale di meno di 60 km. Poi arriveranno le montagne con ben sette scollinamenti oltre i 2000 metri e tre grandi arrivi in salita uno sui Pirenei, uno sui Vosgi e uno sulle Alpi. E sarà proprio sulle montagne che separano la Francia dall’Italia, come da tradizione, che il Tour si deciderà, con tre tapponi uno dopo l’altro e difficoltà senza precedenti per i corridori. E allora cosa dire ancora: che lo spettacolo abbia inizio.

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