Audizione del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli sul dossier Alitalia alla Camera. “Non è escluso che ci sia l’intervento pubblico anche in questa fase di procedura, non possiamo buttare via quanto fatto in questi due anni di procedura” ha sottolineato il ministro pentastellato. “L’alternativa sarebbe stata mettere gli aerei a terra, che non può essere presa minimamente in considerazione dal governo”, ha aggiunto.
Patuanelli ha precisato che il vettore rimarrà la : “Dopo il brand Ferrari è uno dei brand italiani più conosciuti al mondo, un governo non può che essere orgoglioso di dire che Alitalia è e resterà la compagnia di bandiera” precisando il suo dovere: “Il compito del Mit è quello di Vigilanza”. “Anche io sono preoccupato- ha aggiunt- se fosse stata semplice non sarebbe qui dal 2008. Sarebbe stata risolta tra altri. In realtà non abbiamo tante alternative”.
La replica a Salvini: “Noi abbiamo idee ben chiare”
Salvini dice che il governo su Alitalia è in confusione. “Noi abbiamo le idee ben chiare sul fatto che ci sia la possibilità di rilanciare la compagnia di bandiera. Non c’è nessuna confusione nel governo, stiamo cercando di chiarire la confusione fatta da tanti altri finora” ha precisato in seguito Patuanelli, parlando con i giornalisti alla Camera in merito alle dichiarazioni del leader della Lega.
Filt Cgil: “Fondamentale la presenza dello Stato”
“C’è la necessità urgente che i 400 milioni vengano immessi in cassa” ha invece affermato il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, in audizione su Alitalia alla Commissione Trasporti della Camera, aggiungendo che “gli ultimi due anni di commissariamento hanno messo in luce che la compagnia è sana e lo dimostra l’aumento dei ricavi”. “Alitalia – ha detto il dirigente nazionale della Filt-Cgil- ha potenzialità per stare sul mercato. Il tema è che serve un investimento e la salvaguardia della compagnia nella sua integrità, comprese le attività di volo, manutenzione, handling ed information technology. E’ fondamentale inoltre la presenza dello Stato che rappresenta la guida e l’elemento di garanzia per la realizzazione del futuro piano industriale e della tutela occupazionale della compagnia. Non si pensi – ha affermato infine Cuscito – di fare ristrutturazioni sulla pelle dei lavoratori”.