Nuovo lancio di un missile da parte della Corea del Nord, che questa volta ha sorvolato il Giappone ed è caduto nelle acque del Pacifico. Tokyo ha parlato di un gesto “di gravità senza precedenti”. Una prova di forza di Pyongyang, mentre nella regione sono in corso le esercitazioni militari congiunte tra Usa e Corea del Sud. È la prima volta che un missile nordcoreano passa sul Giappone in otto anni, se non si considerano i passaggi sulle piccole isole del sudest dell’arcipelago, dopo che nel 1998 e 2009 Pyongyang lanciò sul territorio presunti razzi spaziali con tecnologia di missili balistici. Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti hanno chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu, che a luglio dopo il lancio di un missile intercontinentale aveva approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro il regime di Kim Jong Un. Sabato scorso Pyongyang ha poi lanciato tre missili balistici di corto raggio nelle acque del Giappone.
IL LANCIO. Il missile, di tipo sconosciuto, è stato sparato dalle vicinanze di Pyongyang ed è caduto a 1.180 chilometri da capo Erimo, dopo aver percorso più di 2.700 chilometri e avendo raggiunto un’altitudine massima di circa 550 chilometri, secondo il governo giapponese. La distanza raggiunta è di poco inferiore ai 3.200 chilometri che separano il Paese dall’isola di Guam, territorio non incorporato degli Stati Uniti in cui si trovano basi militari Usa, che il regime aveva minacciato di colpire. Le autorità nipponiche credono si tratti di un Hwasong-12, modello di medio-lungo raggio testato lo scorso maggio e che Pyongyang ha citato nel suo piano di attacco a Guam.
LA REAZIONE. Tokyo ha rilevato il missile intorno alle 6 locali, pochi minuti dopo che era stato sparato e mentre esso si avvicinava al suo spazio aereo. Ha quindi allertato i cittadini del nord, spinti a rifugiarsi nei sotterranei. Il governo ha deciso di non intercettare il dispositivo, ritenendo che non ci fosse il rischio che cadesse sul territorio. La Corea del Sud ha invece reagito con esercitazioni vicino alla frontiera con il Nord: ha dispiegato quattro F.15K che hanno lanciato bombe su un obiettivo vicino alla Zona demilitirazzata (Dmz), dopo che il presidente Moon Jae-in ha ordinato all’esercito di “esibire le sue capacità di sorpassare quelle nordcoreane in caso di attacco”. Tuttavia, Seul ha ribadito la necessità di cercare il dialogo.
TOKYO: MINACCIA SENZA PRECEDENTI. Il premier giapponese Shinzo Abe ha parlato di una minaccia “seria, grave e senza precedenti”. Ha parlato al telefono con il presidente americano, Donald Trump, con cui ha concordato che serve maggiore pressione su Pyongyang. Trump, ha riferito Abe, ha detto di voler “lavorare con Cina, Russia e con il resto della comunità internazionale per intensificare la pressione” sul regime. La Cina ha invece chiesto dialogo e moderazione da entrambe le parti, affermando che il nuovo lancio sia la prova che le sanzioni non risolvono la questione.
LA TENSIONE CON GLI USA. Si tratta del 13esimo lancio di missile balistico da parte di Pyongyang quest’anno e dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca. L’americano ha usato una retorica bellicosa verso il regime e ha risposto ai suoi test con dimostrazioni di potenza militare. Il punto di massima tensione è stato raggiunto a inizio agosto, quando la Corea del Nord ha minacciato di bombardare l’isola di Guam. I due Paesi sono tecnicamente ancora in guerra, perché il conflitto del 1950-1953 non fu concluso da un trattato di pace, ma da una tregua. E Pyongyang assicura che non metterà mai fine ai suoi programmi nucleari, perché li definisce necessari a contrastare l’ostilità di Usa e loro alleati.