“Tutto questo clamore mi pare pure esagerato, però conoscere quel signore mi ha fatto piacere, perché mi ha tanto ringraziato, e poi abbiamo preso insieme il caffè e l’ho accompagnato alla stazione, ché doveva ripartire”. A Mario Schifani, 72 anni, romano innamorato della sua città, nella quale lavora come gelataio da quando di anni ne aveva 14, non sembra proprio di aver fatto una gran cosa: “Ho solo restituito al proprietario un portafogli, come faccio quando mi capita di trovare cose in gelateria – racconta a LaPresse – siamo in centro e, capisce, di gente di passaggio ce n’è tanta, e alcuni sono sbadati”.
Lo sbadato di turno, un ingegnere civile cileno in viaggio a Roma, aveva perso un borsello con dentro duemila euro. Il signor Mario è titolare della gelateria di Via Palestro da due anni, dopo decenni di esperienza nel settore, a far gelati di ogni gusto, sempre a Roma. “Allo Zio D’America, a Talenti, dove sono stato vent’anni, facevo 78 gusti diversi”, dice con gli occhi che ancora brillano di passione per un lavoro che fa da 58 anni. “Quel signore, ha preso un gelato da 3 euro, si è messo seduto sulla panchina e quando ha finito di mangiare è andato via – racconta – Quando sono uscito per dare una pulitina e scopare lì fuori, ho notato il borsello, l’ho aperto per vedere se c’era un documento o un numero di telefono e ho visto un sacco di soldi, tanto che mi sono quasi spaventato. Allora sono corso dai carabinieri”.
“Arrivato alla stazione ho trovato un appuntato tanto bravo – prosegue il gelataio romano – io sudavo, m’era venuta la tremarella a dover portare tutti quei soldi, pensi un po’”. Il carabiniere della compagnia Roma centro, stazione Macao, ha aperto il borsello e trovato all’interno un biglietto da visita della struttura dove l’uomo risiedeva, a Nepi. Era arrivato il 10 ottobre per ripartire il 25. L’ingegnere è stato rintracciato e stamani quando si è recato dai carabinieri per riprendere il borsello ha trovato anche il signor Mario, invitato dai militari. “Conoscerlo mi ha fatto piacere, ma io ho fatto una cosa normale – conclude Schifani – lo dico sempre alle ragazze che lavorano con me: ‘Qualsiasi cosa troviate deve essere restituita’, e così fanno”.