La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in attesa di poterne discutere oggi in Cdm, ha scelto la trasmissione ‘Che tempo che fa’ per restringere il perimetro delle ipotesi riguardo al ritorno in classe di milioni di studenti e, per estensione del concetto, degli esami di Terza media e di Maturità.
Pur procedendo ancora nel campo delle ipotesi, confrontandosi con il virologo Roberto Burioni, la ministra ha precisato che 1) fino a che non ci sarà massima sicurezza gli studenti non torneranno a scuola, tanto da affermare che “saremo più prudenti della scienza” 2) non ci sarà esame di Terza media al termine del ciclo di lezioni ma ci sarà una valutazione eseguita dal consiglio di classe che terrà conto di un elaborato composto dal candidato 3) tutti gli studenti saranno ammessi alla Maturità, “ma questo non significa promozione assicurata”, ha detto Azzolina. Con due opportunità: se si torna in classe il 18 maggio, ci sarà una prova scritta di italiano scelta dal Miur e una seconda prova determinata dalla commissione interna; se invece non si dovessero aprire le aule per quella data, basterà un colloquio orale.
Se non è chiaro cosa accadrà di qui ai prossimi due mesi, figurarsi se possono essere avanzate anche solo illazioni sul prossimo anno scolastico. Si va dall’insegnamento a distanza se si riproponesse il virus anche in autunno, fino alla scomparsa delle “classi pollaio” perché si renderà necessario distanziare i banchi degli alunni. Insomma, prima si pone rimedio a quest’anno di scuola poi si penserà al prossimo, là dove la situazione è ovviamente più che confusa.
La sensazione è che la ministra Azzolina non abbia alcuna intenzione di accelerare i tempi e che, giustamente, attenda il riscontro dell’Iss per procedere. Il punto è che, nel caso della scuola, non può esserci una ripartenza graduale come dovrebbe avvenire in altre attività attualmente bloccate dalla misure restrittive. Ed è la ragione per la quale, prima di sbilanciarsi, aspetta di avere riscontri e garanzie inconfutabili.