Ecco quello che si cerca sempre in un campionato di calcio: la continuità, in un senso o nell’altro; nel bene e nel male. Perché solo la continuità paga o condanna. E nell’analisi della 14esima giornata del campionato di Serie A sta pagando la Juventus che contro l’Udinese nella festa dei bambini (per altro criticata da molti come gesto buonista e precedente pericoloso sul come aggirare una condanna che dovrebbe essere esemplare) conquista la sua sesta vittoria consecutiva. I minuti di imbattibilità di Buffon salgono a 540.
Continuità anche nel male con la Roma fermata per la quarta volta sul pari e protagonista di un’ultima mezz’ora davvero brillante ma per il resto lentissima a darsi una mossa in un avvio prolungatamente opaco sul campo dell’Atalanta e comunque a credito di un rigore abbondante non concesso dal direttore di gara.
Il Milan attende di risolvere le proprie beghe interne ma nel frattempo a Catania Allegri mette forse una pausa alle proprie: è una squadra dalla quale non ci si possono aspettare miracoli e di certo non può puntare a grandi obiettivi. Ma intanto i punti sono punti. Come quelli che conquista la Sampdoria di Mihajlovic, secondo pareggio di fila da quando è arrivato sulla panchina blucerchiata e abile a spronare una squadra dimessa e demotivata. E quelli vinti da Corini, seconda vittoria di fila e molto convincente anche questa volta per modi e tempi contro un Livorno che parte sempre con il freno a mano tirato; come se qualsiasi tratto di strada dovesse nascondere una curva. Continuità è anche quella di Ventura con il Torino e di Gasperini con il Genoa, protagonisti di una gara bellissima e, nel male, quella del povero Delio Rossi che a Catania non sta facendo certo meglio dell’altrettanto povero, ed esonerato, Maran. Il tutto in attesa degli ultimi bocconi di spezzatino.
Better Man