Il Brasile passa soffrendo, e molto ai calci di rigori: era da quattordici anni che la Seleçao vinceva in tutti gli scontri diretti contro il Cile. Ma stavolta la Roja è andata davvero vicina all’impresa clamorosa considerando la traversa colpita poco prima che si andasse ai rigori. Anche se dobbiamo considerare che la vittoria del Brasile, per quanto incerta fino all’ultimo è stata sostanzialmente meritata. Bravo, il portiere del Cile, è stato probabilmente il migliore in campo in senso assoluto e di sicuro di occasioni da gol la verdeoro ne ha create (ma anche sprecate) davvero tante. Brasile che passa confermando quella sensazione di squadra forte ma non imbattibile e che finisce sempre per complicarsi la vita. Due pareggi in quattro partite per i padroni di casa di questo Mondiale dai quali ci si attende ben altra autorevolezza e consapevolezza di sé. Onore al merito tuttavia al solito Neymar (nella foto) che non trova il gol in partita ma si prende la responsabilità del rigore più pesante e decisivo: l’ultimo.
Passa invece la Colombia che per la prima volta nella sua storia accede ai quarti di finale conquistando la quarta vittoria consecutiva ai Mondiali: per una squadra che di vittorie di fila non ne aveva inanellato mai nemmeno due in una fase finale di Coppa del Mondo, è già un bel salto di qualità. Al solito Rodriguez, giocatore che ancora una volta con una doppietta ha fatto la differenza bisogna aggiungere alcune parate decisive di Ospina e un Uruguay sicuramente tosto e ordinato ma mai davvero convincente e che non ha comunque giocato con la stessa consistenza vista contro l’Italia: la Celeste torna dunque a casa e paga sicuramente la squalifica di Luis Suarez confermandosi squadra che senza il proprio miglior attaccante non sa trovare la via della rete. Una sola vittoria per l’Uruguay in sette partite senza il bomber dal morso facile, che in Brasile hanno già ribattezzato “O Piranha”. Alla Colombia tocca ora il Brasile: altro ostacolo non facile, forse anche peggiore del Cile.