L’Antitrust ha ordinato la sospensione cautelare dell’attuazione dell’intesa tra Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre che, tramite l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni – Asstel, avrebbero coordinato la propria strategia commerciale connessa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi che hanno imposto la fatturazione su base mensile invece che sui 28 giorni. Intesa, precisa l’Autorità, la cui sussistenza è oggetto di una istruttoria avviata lo scorso febbraio.
L’Autorità, si legge in una nota, ha ritenuto che la documentazione acquisita durante le ispezioni confermi “prima facie” l’ipotesi istruttoria secondo cui le parti avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13. Pertanto, al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti.
Esulta dopo la decisione Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Ottimo! Bene ha fatto a sospendere gli aumenti, in attesa del giudizio finale. Accolte le nostre richieste. Vittoria dei consumatori!”, afferma Dona. “Avevamo segnalato la strategia commerciale coordinata e concertata delle compagnie telefoniche per far credere che gli aumenti dell’8,6% non ci fossero e che le modifiche contrattuali dipendessero solo dalla legge, determinando così l’effetto di limitare l’esercizio del diritto di recesso. Ovvio, infatti, che è inutile recedere se tutti fanno la stessa cosa e tutto è dovuto alla legge 172/2017. Peccato che non sia così! Ora speriamo che il procedimento si chiuda con una condanna”.