“Un magistrato ha un bagaglio di esperienza e competenza molto importante che può decidere, dedicandosi alla politica, di mettere al servizio della collettività; ciò detto, è evidente che l’assunzione di un ruolo politico compromette irrimediabilmente la sua immagine di giudice terzo”. Parola del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che durante la seduta straordinaria del plenum del Csm, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, annuncia una legge per impedire ai magistrati che scelgono la politica di tornare a indossare la toga. Il ministro, al suo primo discorso a Palazzo dei Marescialli si dice “emozionato” e pronto al dialogo: ancora presto per capire come saranno i rapporti tra il dicastero di Via Arenula e il Csm, ma l’approccio del primo giorno sembra diplomatico, anche lì dove si vuole cambiare rispetto al passato.
“La delibera su ‘Rapporti tra politica e giurisdizione, con particolare riferimento al tema del rientro nel ruolo della magistratura di coloro i quali abbiano ricoperto incarichi di Governo ed attività politica e parlamentare’ – spiega il ministro – rappresenta certamente un punto di partenza non solo giuridico ma anche ‘culturale’ molto importante per il percorso normativo che la maggioranza intende intraprendere, finalizzato ad impedire, per legge, che un magistrato che abbia svolto incarichi politici elettivi possa tornare a svolgere il ruolo di magistrato requirente o giudicante. Ciò garantisce un maggiore consolidamento dei principi di autonomia, imparzialità e terzietà della magistratura”.
La collaborazione con il Csm proseguirà assicura il guardasigilli, e anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento auspica tra le due istituzioni un dialogo “autentico, sincero, franco e rispettoso delle rispettive funzioni” che abbia come obiettivo la “tutela dei diritti”. “Il Paese ci chiede giustizia efficiente che preservi e consolidi l’autorevolezza e l’autonomia dei magistrati”, continua Mattarella secondo il quale: “gli interventi di riforma di competenza del legislatore per essere efficaci devono essere attuati con lungimiranza e non determinati da situazioni di emergenza”.
Dal canto suo il guardasigilli sottolinea l’attenzione del governo su lotta alla corruzione e alla criminalità con occhi attenti alla collaborazione in ambito europeo. “Sappiamo che l’alto livello di percezione della corruzione rappresenta un elemento di grave preoccupazione, sia sotto il profilo della qualità di vita dei nostri cittadini, troppo spesso rassegnati al pensiero di dover convivere con fenomeni corruttivi, sia sotto il profilo della mancata attrazione di investimenti dall’estero in una economia che appare, e spesso lo è, alterata da pressioni e comportamenti illegittimi”, dice Bonafede che si sofferma sulla “necessità di assicurare un’efficace attuazione al Regolamento istitutivo della nuova Procura europea, al fine di rafforzare la cooperazione giudiziaria internazionale in un’epoca in cui il crimine organizzato transfrontaliero pone crescenti minacce”.
Infine il vice presidente di Palazzo Marescialli Giovanni Legnini annuncia l’arrivo di novità sul fronte dell’organizzazione degli uffici giudiziari, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, “far tornare a crescere la fiducia verso la magistratura ed in definitiva sostenere e rinsaldare la legittimazione del potere giudiziario”.