I primi effetti della Brexit. Almeno una trentina di cittadini dell’Unione europea, fra cui anche italiani, tedeschi, greci, rumeni e spagnoli, sono stati bloccati alla frontiera nel Regno Unito e trattenuti in centri di rimozione dopo aver cercato di entrare nel Paese forse per lavorare, senza visto o residenza. Lo rende noto il sito di notizie Politico citando fonti diplomatiche che hanno espresso forte preoccupazione per gli europei che sono stati trattenuti nei centri fino a sette giorni prima di essere costretti a rimpatriare, un periodo molto lungo attribuibile anche per la difficoltà a trovare un volo di rientro nel loro Paese a causa dell’epidemia di covid. Da quanto riporta Politico, il ministero dell’Interno britannico non ha ancora rilasciato dati ufficiali sul numero di cittadini detenuti in questi centri dall’inizio dell’anno.
Secondo fonti diplomatiche, si tratta per la maggior parte di giovani, molti dei quali cercano di entrare nel Regno Unito per lavorare come ragazzi alla pari o per cercare lavori ‘low skilled’ per un breve periodo di tempo. Dopo la Brexit, ai cittadini dell’Ue viene impedito di entrare nel Regno Unito per motivi di lavoro senza un visto di lavoro o lo status di EU Settlement Scheme, che garantisce i diritti di soggiorno per coloro che vivevano nel Regno Unito prima della Brexit. Ora i cittadini dell’UE possono entrare senza visto per turismo e rimanere fino a 90 giorni. Tuttavia, la UK Border Force ha il diritto di rifiutare l’ingresso ai cittadini dell’UE se i funzionari hanno ragionevoli motivi per sospettare che intendono lavorare nel paese ma non possono produrre la documentazione necessaria.