“Ci muoviamo nei negoziati su Brexit con alcuni principi ispiratori: noi siamo e restiamo amici e alleati del Regno Unito, non confondiamo le dinamiche che si sono aperte con Brexit, con un negoziato che tutti sanno molto complicato. Un punto deve essere fuori discussione: sarebbe un errore trascurare e rinnegare la radicata e antica amicizia geopolitica” che ci lega al Regno Unito. Così il premier Paolo Gentiloni nell’informativa in Aula alla Camera in vista del Consiglio straordinario dell’Ue in programma sabato.
“Noi confidiamo che si arrivi a un quadro di nuovi rapporti con il Regno Unito positivo, siamo interessati che la storia del quadro di relazioni tra l’Unione e questo Paese finisca nel migliore dei modi. Così come siamo interessati che al centro di questo negoziato ci sia il destino dei cittadini di molti paesi che attualmente risiedono nel Regno Unito. Si tratta di circa 3 milioni di cittadini europei, all’incirca il 15 percento sono italiani, e noi abbiamo il dovere e il diritto di pretendere certezze e condizioni basate su un principio di reciprocità con i circa 900mila britannici che risiedono nell’Unione”.
Per Gentiloni “i dieci mesi trascorsi dal referendum britannico non sono stati dieci mesi qualsiasi, innanzitutto perché la vittoria del ‘leave’ è stata in un certo senso un riflettore acceso su uno dei momenti di maggiore difficoltà e crisi della storia dell’Ue”. E aggiunge: “Allo stesso tempo i dati economici e politici di questi mesi hanno alimentato la speranza di conservare il progetto europeo e soprattutto lavorare a un’Unione più forte. Non sarebbe la prima volta che un momento di evidente e conclamata difficoltà si traduce in una capacità di reazione e capacità dell’Unione di uscire cercando strade nuove. Non siamo a questo, non credo che dobbiamo dipingere una realtà più rosea di quella che è ma abbiamo avuto alcuni segnali e siamo stati anche noi qui a Roma protagonisti di uno di questi segnali di ripresa, la celebrazione dei sessant’anni dell’Unione”.
“Non sarebbe la prima volta che un momento di evidente e conclamata difficoltà si traduce in una capacità di reazione e capacità dell’Unione di uscire cercando strade nuove. Non siamo a questo, non credo che dobbiamo dipingere una realtà più rosea di quella che è ma abbiamo avuto alcuni segnali e siamo stati anche noi qui a Roma protagonisti di uno di questi segnali di ripresa, la celebrazione dei sessant’anni dell’Unione”.