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Un rinvio della Brexit non è “né certo né automatico”. È questa la posizione dell’Eliseo, espressa da un consigliere del presidente francese Emmanuel Macron, chiarendo che non è detto che un’eventuale richiesta all’Ue di estensione dell’articolo 50 da parte del Regno Unito oltre il 29 marzo venga accettata incondizionatamente. Il consigliere sembra così richiamarsi a quanto detto più volte dai funzionari Ue, cioè che la premier britannica Theresa May dovrebbe enunciare in modo chiaro le ragioni di un eventuale rinvio.

May scriverà tra il 19 e il 20 marzo una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per richiedere un’estensione dell’articolo 50, dunque un rinvio della Brexit. Lo ha annunciato il portavoce di Downing Street, senza però precisare quale sarà nel dettaglio il contenuto della lettera. Lo riferisce il Guardian, che parla di un briefing del governo insolitamente non illuminante, segno secondo il giornale che l’esecutivo non avrebbe deciso cosa fare. Ma Francia e Germania hanno manifestato esasperazione di fronte all’impasse, chiedendo alle autorità britanniche di presentare “un’iniziativa credibile” al vertice europeo di questa settimana, per evitare un divorzio senza accordo.

“Siamo in un’impasse a causa della decisione dei britannici e l’incertezza è insopportabile”, ha dichiarato la ministra francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau, arrivando a Bruxelles per una riunione preparatoria del vertice di giovedì e venerdì. “L’ambiente è molto negativo, siamo realmente spossati da questi negoziati”, ha aggiunto l’omologo tedesco, Michael Roth. I due ministri hanno tenuto discorsi dai contenuti identici, prima della riunione.

Roth ha definito “la situazione estremamente preoccupante”, mentre Loiseau ha aggiunto che “non possiamo restare nella stessa via senza uscita”. Se i britannici chiedono un rinvio della data del divorzio, ha insistito Roth, “devono presentare una proposta concreta, non possiamo discutere nel vuoto”. Loiseau ha in parallelo aggiunto: “Se i britannici vogliono un rinvio, devono dire perché. Aspettiamo un’iniziativa credibile, il rinvio non è una soluzione, è un metodo”. Ha aggiunto: “Siamo pronti a un non accordo. È una scelta che appartiene al Regno Unito. Non decidere nulla, è decidere il no deal”, “se non sarà presa alcuna decisione, la data del 29 marzo piomberà, e sarà un no deal”.

Il governo britannico punta al terzo voto in Parlamento – Il governo di May va avanti con la sua idea di sottoporre di nuovo al voto del Parlamento l’accordo sulla Brexit, già bocciato due volte, nonostante il parere espresso dallo speaker John Bercow, che ha stabilito che la premier non può riportare il suo testo in aula per un terzo voto senza “sostanziali cambiamenti”. Il segretario britannico per la Brexit, Stephen Barclay, parlando ai microfoni di BBC Radio 4 ha suggerito che un voto in Parlamento potrebbe comunque tenersi la prossima settimana, dopo che May avrà chiesto un rinvio della Brexit all’Ue. Secondo Barclay è importante “rispettare l’arbitro” e attenersi alle sue decisioni, ma ha ricordato che lo stesso Bercow in passato ha detto che se il Parlamento fosse guidato solo dai precedenti allora “non cambierebbe mai niente”. Il riferimento è al fatto che, per giustificare la decisione di bloccare il terzo voto dell’aula, Bercow ha citato una convenzione del 1604. L’ipotesi suggerita da Barclay è che si possa “trovare un modo” di ottenere un altro voto se l’esecutivo riuscirà a convincere un numero sufficiente di deputati ad appoggiare l’accordo.

Misure d’emergenza per Erasmus+ – Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato delle misure di emergenza da far scattare nel caso di Brexit senza accordo e fra queste alcune per garantire che, nell’eventualità di un no deal, chi aderisce al programma Erasmus+ possa portarlo a compimento. “Stiamo assicurando che i giovani di 27 Paesi Ue e del Regno Unito saranno in grado di completare i loro studi dopo la Brexit. Queste regole garantiranno che le attività di di studio in corso in cui sono impegnati continuino a usufruire di sussidi”, ha spiegato Ecaterina Andronescu, ministra dell’Istruzione della Romania, Paese che detiene la presidenza di turno dell’Ue.

Le misure adottate prevedono in particolare: la garanzia di poter proseguire gli studi per chi avrà avviato attività di mobilità con Erasmus+ al più tardi nella data in cui i Trattati cesseranno di essere applicati al Regno Unito; e la garanzia che i partecipanti all’Erasmus+ dei 27 Paesi Ue e del regno Unito non perdano crediti accademici e non rischino dunque di ripetere il semestre o l’anno. Si stima che alla fine di marzo 2019 ci saranno circa 14mila studenti Erasmus+ dei 27 Paesi Ue nel Regno Unito e circa 7mila studenti Erasmus+ britannici nei 27 Paesi Ue. Lo scorso 13 marzo l’Europarlamento aveva approvato questa proposta di misure di emergenza. La regolamentazione entrerà in vigore solo se il Regno Unito lascerà l’Ue senza accordo.

Conte – “Il Governo italiano continuerà a lavorare per garantire la tutela dei diritti dei cittadini, delle nostre imprese e della stabilità finanziaria anche nell’ipotesi, poco desiderabile, di un’uscita senza accordo il 29 marzo 2019″, ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso delle sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.Il premier ha aggiunto: “L’auspicio è che le decisioni di questi giorni a Londra garantiscano un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza strappi e in maniera ordinata, in modo da poter costruire una relazione futura tra l’Ue e il Regno Unito che sia all’altezza dei profondi e speciali rapporti che abbiamo costruito con i britannici in oltre quattro decenni di comune partecipazione al processo di integrazione europea”. 

È probabile che al Consiglio europeo di questa settimana “ci verrà richiesto un differimento (dell’uscita di Londra dall’Ue), e quello che sicuramente rappresenterò ai partner è che il differimento sia breve: per esperienza, posso dire che se concedi una prospettiva temporale lunga vuol dire differire i problemi, che si presenteranno di nuovo”, ha detto ancora Conte, che ha assicurato:”Stiamo lavorando da tempo sulla prospettiva per il No Deal” e “abbiamo già predisposto uno schema di decreto che potrà entrare in vigore per intervenire con tempestività in una prospettiva – ripeto, non auspicata – di No Deal”.

Merkel – a cancelliera tedesca, Angela Merkel, intende “lottare fino all’ultima ora” per un’uscita ordinata del Regno Unito dall’Ue. Lo ha dichiarato lei stessa, precisando che sono in gioco gli interessi di Germania, Regno Unito e Unione europea. “Lotterò fino all’ultima ora della scadenza il 29 marzo per un’uscita ordinata” del Regno Unito dall’Ue, ha detto parlando a una conferenza a Berlino. “Non abbiamo molto tempo, ma abbiamo comunque qualche giorno”. “Attualmente non sono in grado di dirvi quale sarà la mia posizione giovedì” al summit Ue “perché questo dipende da cosa presenterà Theresa May” e da “a che punto sarà la situazione”, ha dichiarato Merkel. “Reagiremo in modo adeguato e insieme” a livello dei 27 Paei Ue, ha proseguito.

La cancelliera ha detto di essere stata sorpresa dall’annuncio esplosivo fatto dallo speaker Bercow: “Confesso che non ho familiarità con le regole del Parlamento britannico del XVII secolo”, ha ironizzato Merkel. Un alto responsabile europeo afferma che Londra potrebbe chiedere in teoria un rinvio della Brexit fino all’ultimo momento, anche “fino all’ora prima” del divorzio, che è in programma per le 23 GMT del 29 marzo.

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