“Il supporto alla liquidità è uno strumento già utilizzato in Italia in molteplici occasioni. E’ stato fatto che il decreto legge è analogo al decreto legge del 2016: è così infatti perché non è cambiata la cornice normativa dell’Unione europea in cui il supporto di liquidità si iscrive”. Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria rispondendo al question time alla Camera sul caso Carige. Sul fronte della ricapitalizzazione precauzionale, il numero uno del Mef spiega: “Non è possibile stabilire se si materializzerà l’esigenza di realizzare l’intervento”, perché “la soluzione di mercato sarebbe comunque preferibile“. La ricapitalizzazione “è un’operazione temporanea, la partecipazione di controllo deve infatti essere dismessa al termine del periodo di ristrutturazione concesso. La cosiddetta nazionalizzazione sarebbe dunque a termine”.
Scontro sulla nazionalizzazione. Se per il sottosegretario Giancarlo Giorgetti quella della nazionalizzazione è un’ipotesi concreta, di tutt’altro avviso è il commissario straordinario Pietro Modiano. “L’ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale e nazionalizzazione appare teorica, estrema e più che residuale”. “Che sia una cosa concreta, io lo nego”, afferma Modiano, precisando che “questa questione della nazionalizzazione ha come appiglio concreto la ricapitalizzazione evocata come eventualità estrema dal governo. Non è sul tavolo e non è necessaria, è stata messa avanti per dire che, comunque vada anche nell’ipotesi più negativa, non c’è solo l’ombrello del bond ma anche quello e Carige comunque non cade”. “Se un esponente del governo, che non credo che si occupi specificamente di questo, è perché sia condizionato dalla domanda puramente teorica. Ma la domanda, se si applica a Carige è malposta”.
Contrario all’eventualità anche il governatore ligure Giovanni Toti: “Io sono sempre stato per la divisione tra Stato ed economia. Sulla nazionalizzazione degli istituti di credito ero e mi trovo in disaccordo, se questa dovesse avvenire. Credo che Carige abbia la visione e la forza per risollevarsi con le sue gambe e di trovare in autonomia capitali e partner”.
Posticipate le decisioni sui bond. Nel frattempo a Milano si è tenuta le riunione informale del consiglio dello schema volontario d’intervento del Fondo di tutela interbancario dei depositi (Fitd), chiamato a discutere la richiesta di Carige di rivedere le condizioni del bond da 320 milioni sottoscritto in autunno. “Abbiamo fatto qualche riflessione ma non c’era nessuna decisione oggi in previsione. Non era questo il luogo e la sede per decidere”, ha fatto sapere Salvatore Maccarone, presidente del Fondo, al termine dell’incontro.