Presunte irregolarità per la raccolta firme del Movimento 5Stelle anche a Bologna. Dopo lo scandalo di Palermo sono 4, secondo quanto si apprende, gli indagati nell’ambito dell’inchiesta relativa alle elezioni Regionali del 2014 in Emilia-Romagna. Nel mirino, viene riferito, un esponente locale del Movimento 5 Stelle, un attivista e due addetti alla raccolta delle firme, accusati di aver presumibilmente violato le norme della legge elettorale. L’indagine era partita a seguito dell’esposto ai carabinieri di Vergato presentato da due ex attivisti del M5S di Monzuno, Stefano Adani e Paolo Pasquino.
Secondo quanto si apprende da fonti pentastellate, i vertici del Movimento ‘inviteranno’ i 4 indagati all’autosospensione dal movimento. L’auspicio, viene riferito, è che le persone chiamate in causa procedano per questa strada senza l’intervento di Beppe Grillo.
Intanto il Pd insorge, puntando il dito contro “la Grillopoli dilagante”. “Da Palermo a Bologna le firme false sembrano proprio essere un a pericolosa abitudine M5s. Uno scandalo che calpesta ogni rispetto della legalità e delle regole democratiche. E Di Maio, invece di parlare della Grillopoli che si sta estendendo a macchia d’olio, s’inventa ipotetici brogli al referendum. Farebbe molto meglio a guardare in faccia alla realtà”, dichiara la senatrice Monica Cirinnà.
“Dopo Palermo anche Bologna. Siamo al “metodo firme false”. Di Maio, Grillo, Di Battista: dite la verità #Grillopoli”, scrive Andrea Romano su Twitter.
Dopo Palermo anche Bologna. Siamo al “metodo firme false”. Di Maio, Grillo, Di Battista: dite la verità #Grillopoli
— Andrea Romano (@AndreaRomano9) 23 novembre 2016
“Invece di insultare con una escalation quotidiana di volgarità – afferma la deputata Ileana Piazzoni – Beppe Grillo farebbe bene a dare spiegazioni ai militanti M5s e al Paese intero sul dilagare del fenomeno firme false in occasione delle competizioni elettorali. Le notizie inquietanti che giungono oggi da Bologna, dopo l’esplosione del caso Palermo e le confessioni che tirano in ballo anche il comico/leader, rendono la Grillopoli pentastellata un vero e proprio buco nero fatto di ricatti, omissioni, irregolarità, inadempienze, ma soprattutto reati. Altro che copiatura di qualche firma, fatto comunque grave, qui ci troviamo davanti a migliaia di firme false che coinvolgono anche cittadini completamente all’oscuro dell’utilizzo del loro nominativo per presentare le liste. Basta dunque con la retorica dell’onestà e della trasparenza. Chi sa, e ci rivolgiamo anche ai vari Di Maio e Di Battista, parli e inviti a collaborare con gli inquirenti”