Frenare le ambizioni di Matteo Salvini, e se le presidenze delle Camere non ci riusciranno, saranno le consultazioni a fargli fare un “bagno di realtà”. E’ questo l’obiettivo da raggiungere in Forza Italia e le parole di Renato Brunetta arrivano come un fulmine a ciel sereno: “Siamo tutti con Matteo Salvini – partendo da un rapporto di pari dignità, fondato sulla collegialità, senza dissensi o tensioni – nel suo tentativo di formare il prossimo governo di centrodestra” perché “rappresenta il centrodestra unito, in questa delicata fase, per tentare di dare un governo al Paese, ma è e resta il leader della sola Lega”.
Il leader del Carroccio è stato investito della responsabilità di portare avanti le trattative per l’elezioni dei presidenti di Camera e Senato, ma questo non vuol dire che deve fare ‘l’asso piglia tutto’. Silvio Berlusconi insomma non ci sta a stare nelle retrovie, e con l’appoggio di Fratelli d’Italia e dell’Udc di Lorenzo Cesa, ha tutta l’intenzione di fermare Salvini. È questo il senso della rivendicazione a Forza Italia del soglio del Senato, che ha come primo obiettivo quello di rompere l’asse leghista con il Movimento 5Stelle e dall’altra parte quello di mettere davanti a un bivio il leader del Carroccio. In sintesi se Salvini vuole una delle due presidenze, si prenda la Camera e abbandoni le mire su Palzzo Chigi, è il ragionamento. Anche perché la proposta di Romani, confidano fonti parlamentari, potrebbe raccogliere un vasto consenso anche nel Partito democratico.
Il passo in avanti verso il Nazareno lo ha fatto lo stesso Brunetta: “Non si può marginalizzare un partito come il Pd che comunque è il secondo più votato alla Camera”. “Auspico invece – ha aggiunto – che il Pd sia un attore fondamentale di questa fase politica e credo che non possano tirarsi fuori”. Secondo gli azzurri un eventuale blitz ben riuscito al Senato potrebbe essere sventolato sotto il naso della Lega, anche perché il risultato a palazzo Madama potrebbe arrivare prima di quello a Montecitorio e quindi deciderne le sorti anche alla Camera.
Il Cav sta lavorando proprio al ‘colpaccio’. La prossima settimana sarà ufficializzata la Federazione, che prenderà il nome Fi-PPE, che porterà al gruppo degli azzurri 4 senatori dell’Udc (Antonio De Poli, Antonio Saccone, Paola Binetti e Gaetano Quagliariello). Con questa operazione Forza Italia passerebbe a 61 senatori contro i 58 della Lega. Se questa strategia non dovesse funzionare, spiegano fonti parlamentari, di certo Berlusconi non intaccherà l’unità del centrodestra e al primo giro di consultazioni al Quirinale comunque sostenere Salvini, certo del fatto che il suo nome non raccoglierà in Parlamento il numero necessario per un governo in grado di governare. Che la tensione nella coalizione sia altissima lo dimostra anche lo scontro per il candidato governatore in Friuli Venezia Giulia. Dopo il braccio di ferro arrivato fino alla tarda serata di ieri, nella mattinata di venerdì arriva prima l’autocandidatura di Massimiliano Fedriga e poi la nota, apparentemente ufficiale della coalizione, firmata da Forza Italia, di una convergenza su Renzo Tondo (uomo di Raffaele Fitto candidato alla Camera con Noi con l’Italia). Poi il caos. Fratelli d’Italia regionale smentisce e parla di “decisioni ancora non condivise”.