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Cinque domande per la settimana dal 12 al 19 marzo 2019

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Tav, come finirà? E chi vincerà? – Sulla Tav il governo gialloverde è andato davvero vicino alla crisi. Il premier Giuseppe Conte è riuscito, per ora, a evitarla gettando la palla in calcio d’angolo, Conte ha scritto alla Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin) la società a cui spetta il compito di portare a termine i lavori della tratta italofrancese chiedendo di sospendere l’avvio dei bandi di gara in attesa di un chiarimento col governo francese e la Ue sull’utilità stessa dell’opera. Di Maio e Salvini hanno tirato un sospiro di sollievo e la sottosegretaria Laura Castelli ha tagliato conto (esagerando scrivendo su Fb che tutto è rimandato di sei mesi). In realtà la Telt ha fatto risposto che, comunque, lunedì i bandi partiranno e che c’è tempo fino alla fine di marzo. Poi cominceranno a saltare i contributi Ue (300 milioni per cominciare). Il governatore del Piemonte Chiamparino ha fatto sapere che da lunedì si avvia il percorso del referendum sulla Tav da votare il 26 maggio in contemporanea con Europee e regionali piemontesi. Conte ha scritto a Macron e Juncker chiedendo a Francia e Ue di rivedere il progetto. In sostanza, il nostro premier, letta l’analisi costi-benefici del prof Ponti, si sarebbe convinto che la Tav è inutile ed è certo di riuscire a spiegarlo alla Francia e all’Unione Europea. Qui, forse, sta la debolezza della strategia italiana. Davvero Conte pensa di riuscire a convincere i partner che la Tav è inutile? Il timore, dunque, è che tutto quanto è accaduto nel week end appena passato sia solo una presa di tempo e che, tra un mese, saremo di nuovo da capo.

Theresa May

Brexit come andrà a finire? – Per l’ennesima volta si parla di settimana decisiva per la Brexit. Tecnicamente lo è perché martedì 12 il Parlamento inglese dovrà votare di nuovo sull’accordo tra Uk e Ue per l’uscita alla scadenza naturale del 29 marzo (a 2 anni esatti dal referendum in cui vinse il “leave”). Il 15 gennaio quell’accordo venne bocciato per oltre 200 voti e da allora, Theresa May ha fatto di tutto per ottenere qualcosa di più per renderlo “potabile” alla sua maggioranza. La questione è trovare una strada per stabilire fin da subito che il regime doganale provvisori tra Eire (paese sovrano aderente all Ue) e Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) sia davvero provvisorio e non configuri, di fatto, una specie di zona franca che rimarrebbe europea e vanificherebbe la Brexit. Ma l’Unione Europea non può concedere più nulla a Theresa May. Può solo darle un po’ di tempo. Se, dunque, martedì, la Camera dei Comuni boccerà di nuovo la bozza di accordo, lo stesso parlamento dovrà decidere se precipitare verso una Brexit “no deal” (senza accordo) o chiedere qualche mese in più. Diciamo fino alle elezioni europee. A quel punto, gli scenati possibili sarebbero tre: un “no deal” spostato da marzo a giugno, un nuovo accordo negoziato in questi mesi o un nuovo referendum che toglierebbe definitivamente la Brexit dal tavolo. E’ strano ma le vicende Tav e Brexit finiscono per somigliarsi. In entrambe si sono creati grovigli politici quasi inestricabili e in entrambe, l’unica soluzione sembra prendere tempo.

Restaranno a casa i bambini non vaccinati? – Da lunedì, i presidi di tutta Italia si troveranno ad affrontare il problema dei bambini non vaccinati o meglio, delle famiglie che non presenteranno i certificati di vaccinazione. Il termine, infatti, secondo la legge Lorenzin, è il 10 marzo. Da lunedì, dunque, nelle scuole dell’infanzia (nidi e materne) i bambini non vaccinati non potranno più frequentare e l’uscita in extremis di Salvini che ha chiesto alla Grillo un decreto per ammetterli in classe, è parsa più propaganda che altro. Nelle elementari, invece, ci saranno solo sanzioni pecuniarie. Presidi e direttori sono intenzionati a rispettare la legge e sono anche preoccupati di quello che potrebbe accadere nelle elementari con il contatto tra bambini immunodepressi e bambini non vaccinati. Tra l’altro, la legge Lorenzin ha funzionato: molte famiglie hanno dovuto accettare di vaccinare i figli e il tasso di vaccinazione (effetto gregge) che rischiava di scendere sotto il 90%, è risalito intorno al 93/95% anche per il morbillo. Anche per questo le scuole non cederanno e no vax sono tornati sul piede di guerra.

Massimiliano Allegri

Champions League, ce la farà la Juve? – Martedì sera, all’Allianz Stadium la Juventus si gioca tutto, compresi gli oltre cento milioni spesi per comprare Cristiano Ronaldo. CR7, infatti, è stato preso per vincere la Champions (per lo scudetto, da 8 anni, bastano gli altri) e uscire agli ottavi sarebbe il peggior risultato del triennio. I bianconeri hanno lo scudetto in tasca ma sono fuori dalla Coppa Italia: se la Juve non mette le mani sulla coppa con le orecchie, la prima stagione di Ronaldo (al di là del suo personale rendimento) si tradurrebbe in un mezzo fallimento. Per questo Allegri e i suoi, martedì sera, ce la metteranno tutta. L’Atletico è squadra rognosissima è non è mai stata eliminata in Champions dopo aver vinto all’andata per 2-0. Ma in questo turno, di ribaltamenti (Ajax a Madrid, Manutd a Parigi) ne abbiamo già visti. Non si vede perché non dovrebbe riuscirci anche la Juve. Allegri ha problemi in difesa (Barzagli e De Sciglio out) ma recupera Douglas Costa. Potrebbe scegliere la difesa a tre con Caceres, Bonucci e Chiellini o far giocare Cancelo e Spinazzola. Davanti, con CR7, potrebbe trovare spazio Bernardeschi e uno tra Mandzuckic e Dybala. O forse anche tutti e due. Moises Kean andrà in panchina, ma la tentazione di usarlo, dopo la superprova con l’Udinese, è forte. A proposito dell’Udinese sul gol dei friulani per il definitivo 4-1 (bella azione e gran tiro di Inglese) Allegri ha dato di matto. Forse perché si è immaginato cosa potrebbe accadergli martedì se i suoi prendessero un gol sul 2-0 o sul 3-0.

Quanto e come dormiamo? – La domanda, che non sarebbe sbagliato definire “oziosa” si pone in questa settimana perché venerdì 15 marzo si celebra la giornata mondiale del sonno. Il sonno è una parte importante della nostra vita. A 8 ore di sonno per notte e con un’aspettativa di vita di 80 anni, una persona normale dovrebbe dormire 2.920 ore all’anno e oltre 230mila in una vita per un totale di 26 anni di sonno. In realtà, per 9 milioni di italiani, il sonno è un problema. Si dorme poco e male mentre i medici dicono che un buon sonno tiene lontane diverse gravi malattie e che l’obesità è all’origine di molti disturbi del sonno. Dormiamo, dunque, più e meglio che possiamo. Nella consapevolezza che ogni ora di buon sonno di ogni singolo cittadino è un vantaggio per tutta la società

 

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