Alberto Marenghi lascia la corsa per la presidenza di Confindustria. La decisione è stata annunciata con una lettera alla commissione dei saggi, che ieri ha concluso il suo giro di consultazione dei territori a Napoli, spiegando di voler dare “un segnale di unità e di compattezza, premessa indispensabile per disegnare il futuro della nostra organizzazione attraverso il contributo di tutti”.
“La pluralità delle candidature di questa tornata elettorale – scrive Marenghi – non va letta in maniera distorta. Non è una dispersione di risorse ma, al contrario, la conferma della grande ricchezza progettuale e propositiva di cui disponiamo. Adesso siamo però arrivati ad una fase nella quale la ricomposizione e la convergenza diventano la nostra comune priorità”. Non si tratta perciò, precisa l’imprenditore, attuale vicepresidente di viale dell’Astronomia, “di un abbandono della corsa ma la scelta di una modalità diversa di partecipare al confronto, senza alcuna condizione, ma nell’ottica esclusiva di garantire massima compattezza e condivisione, permettendo la formulazione di una vostra organica ed articolata proposta per il voto di designazione del Consiglio Generale”.
Per il ruolo di presidente restano dunque in campo l’altro vicepresidente di Confindustria, Emanuele Orsini, il presidente Duferco e Federacciai Antonio Gozzi e il numero uno di Erg e Sole24Ore, Edoardo Garrone. La designazione arriverà il 4 aprile. Garrone, avendo certificato in partenza di poter contare su un consenso che supera il 20% degli aventi diritto, è stato ammesso direttamente al voto. Tale soglia dovrebbe essere stata superata anche da Orsini. L’addio di Marenghi alla corsa era in qualche modo atteso dagli osservatori e potrebbe aprire a un’inedita corsa a tre con Gozzi a sfidare i primi due.
“La mia scelta di partecipazione attiva alla vita associativa si è intrecciata in questi anni con la mia vita personale e con la mia crescita imprenditoriale – scrive Marenghi nella sua lettera ai saggi – Ho attraversato passaggi personali impegnativi assumendomi responsabilità importanti e sfidanti. Ho dato molto all’organizzazione confederale ma molto di più ho ricevuto, in termini di esperienza, relazioni umane e, soprattutto, consapevolezza della passione e del coraggio che occorrono per fare impresa ed essere imprenditore. Da questi presupposti è nata la mia risposta positiva alla richiesta di disponibilità a concorrere alla massima carica di Confindustria che tanti colleghi, su diversi territori e con differenti vocazioni merceologiche, mi hanno rappresentato nei mesi scorsi. È stato per me un onore ed ho ritenuto di accettare, ben consapevole delle difficoltà e dei rischi.
Avrei potuto scegliere diversamente ma ho voluto invece privilegiare una logica coerente con quei valori di identità ed appartenenza che sono da sempre i miei saldi punti di riferimento. La lettera che vi sto indirizzando, pur non essendo emotivamente facile, è perciò frutto di una decisione serena che intende contribuire a determinare un quadro di maggiore chiarezza, a supporto del delicato compito al quale siete stati chiamati”.
In queste settimane, “insieme agli altri colleghi che si sono candidati a guidare Confindustria nei prossimi quattro anni, abbiamo avuto occasione di incontrare tante e diverse realtà associative ed abbiamo ricevuto sollecitazioni ed indicazioni di ogni tipo. Il sistema confederale, nonostante un quadro esterno di estrema complessità, continua ad evidenziare una enorme vitalità ed una attrattività che devono essere comprese ed interpretate. I bisogni e le aspettative delle aziende necessitano di risposte nuove, efficaci e tempestive. Abbiamo, quindi, necessità di trasmettere una percezione chiara della nostra capacità di fare sintesi e di trasformare il confronto serrato in un rinnovato slancio propositivo, capace di esprimere una legittimazione ed una autorevolezza nitidamente percepite”.