A otto mesi dalla strage di Corinaldo, quando in occasione di un concerto di Sfera Ebbasta cinque ragazzini e una mamma persero la vita, proseguono le indagini per identificare i colpevoli che quella notte, nella discoteca Lanterna Azzurra, provocarono il caos spruzzando spray al peperoncino per derubare i presenti. Sette giovani risultano al momento indagati per avere causato la ressa mortale. Durante le indagini, spunta anche il video. E’ la Gazzetta di Modena a pubblicarlo sul proprio sito. Nella clip, pubblicata in una storia su Instagram da uno degli indagati, il 19enne Ugo Di Puorto, si vede il giovane stesso inseme a Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta. I due si trovano casualmente nello stesso posto e nel medesimo momento, e il ragazzo avvicina il trapper. “Qui facciamo i soldi mentre voi parlate, parlate”, dice. Sfera Ebbasta non risponde, fa il segno di cucirsi la bocca. Quell’incontro rispunta poi nelle intercettazioni fra Di Puorto e il cugino Raffaele Mormone: “E’ solo un pagliaccio – si dicono – ci stavo per litigare”. Addirittura, si raccontano, avrebbero potuto rubargli la collana.
A proposito del video, inizialmente circola la notizia che sia stato girato proprio la notte della tragedia di Corinaldo. Ma il manager di Sfera, Shablo, smentisce nettamente: l’episodio “è avvenuto in un’altra giornata che non è possibile collocare nel tempo, considerato il numero di foto e video che Sfera concede. L’artista, da sempre spinto da un sentimento di riconoscenza, si mostra sempre estremamente disponibile con le centinaia di fan che lo fermano tutti i giorni, per fare foto video e autografi”. Aspetto che conferma lo stesso trapper, in una storia su Instagram: “Incontro migliaia di persone ogni giorno che mi chiedono una foto, l’idea di avere incontrato anche uno di quei pezzi di merda mi fa davvero schifo, tanto quanto la disinformazione che viene fatta in questo Paese”, scrive. “Hanno provato e proveranno ad infangare il mio nome – aggiunge – ma la cosa non mi disturba perchè la soddisfazione di sapere che quei mezzi uomini (se così si possono definire) sono stati presi è l’unica cosa importante”.
L’unico desiderio, in questo momento, di Sfera e dei suoi collaboratori, è “la verità”, anche se “non cancella il dolore e purtroppo non cancella ciò che è successo”. “Il dolore che provano le famiglie, purtroppo – conclude il comunicato -, non possiamo neanche immaginarlo, e probabilmente non troveremo mai parole adeguate o sufficienti per esprimere il nostro cordoglio. In ogni modo torniamo a ribadire la nostra più totale vicinanza”.