Carlo De Benedetti non si difende ma attacca. Ospite di ‘Otto e Mezzo’ su La7, l’Ingegnere ne ha per tutti, senza remore e senza peli sulla lingua.
La prima stoccata è per chi lo accusa di aver avuto un’informazione privilegiata dal premier Renzi sulla riforma delle popolari. “Trovo tutto questo un po’ ridicolo – dice – era un segreto di Pulcinella. Era nel programma di Renzi che, tra l’altro, non mi ha detto niente di particolare e se lo avesse voluto fare non lo avrebbe fatto davanti ad un usciere. Mi ha solo detto che la riforma delle popolari sarebbe stata fatta. Nessuna parola su un decreto o su una data”. Ed in merito alla telefonata con il suo broker spiega: “Ci parlo tutte le mattine è una mia abitudine. Gli ho detto delle banche popolari perché pensavo che questo affare sarebbe maturato un giorno o l’altro”.
Riguardo al suo rapporto con il potere De Benedetti parla di “provincialismo preoccupante”. “Da quando ho 40 anni – racconta – ho visto tutti i governatori della Banca d’Italia, faccio fatica a trovare un premier che non abbia incontrato. Sono stato a cena a casa Clinton, a colazione con Bush senior. Il problema non esiste”.
Anche sulle prossime elezioni politiche del 4 marzo De Benedetti non lesina giudizi. “Ho detto in un’intervista che sono deluso da Renzi ma alla fine vista l’offerta politica voterò Pd”. Chi invece l’imprenditore vede come fumo negli occhi è il Movimento 5 Stelle. “Una loro vittoria per questo paese sarebbe un disastro. L’incompetenza al potere”, il suo pensiero. “Da cittadino – spiega ancora rincarando la dose – come si può sperare di avere un premier con il curriculum di Di Maio? Su questo ha ragione Berlusconi quando dice che bisogna scappare”.
Ma anche sull’ex Cav le parole sono nette. “Fra lui e Di Maio non scelgo nessuno dei due. E’ una risposta ovvia”. De Benedetti rivela poi di aver ricevuto una telefonata dal leader di Forza Italia dopo la “stupidaggine” di Scalfari a Di Martedì (quando disse fra Berlusconi e Di Maio scelgo Berlusconi, ndr) .
“Mi disse parliamoci – svela De Benedetti – i comunisti non ci sono più la guerra è finita, tu sei di sinistra ed io di destra ma qui esistono altri problemi per il paese'”. “Io – racconta ancora – gli ho detto che lui fa politica ed io no e che quindi non c’era niente da dirci”. Ciò nonostante l’editore nega di aver mai avuto tessere di partito, “neanche della bocciofila, è una leggenda metropolitana”. E se il 4 marzo non si dovesse arrivare ad una maggioranza di governo l’idea è netta: “Bisogna tornare al voto con una nuova legge elettorale, no alla grandi coalizioni”.