Praticamente tutta Europa chiede che le finali di Euro 2020 non si giochino a Londra, allo stadio di Wembley, visto l’aumento considerevole dei contagi da variante Delta del coronavirus in Gran Bretagna. Il presidente dell’Uefa Alexander Ceferin, però, tira dritto nella ‘santa alleanza’ con il premier britannico Boris Johnson sua spalla principale nell’affossare il progetto Superlega. E’ di mercoledì la notizia che quasi 2000 casi di Covid registrati in Scozia sono legati alla partita di Euro 2020 disputata allo stadio di Wembley il 18 giugno scorso tra Scozia e Inghilterra. Un totale di 397 persone era presente allo stadio per la partita. Così l’intenzione del Governo britannico di aprire lo stadio londinese al 75% della capienza (circa 60mila spettatori) in occasione delle finali in programma il 6 e l’11 luglio, inizia a preoccupare i governi di mezza Europa compreso quello italiano e soprattutto l’Unione Europea.
Le preoccupazioni di Bruxelles
Il presidente della Commissione Ambiente del parlamento europeo, Pascal Canfin, ha infatti scritto una lettera al Presidente del parlamento europeo, David Sassoli, affinché chieda alla presidente Ursula von der Leyen e al presidente Charles di indirizzare le preoccupazioni del Parlamento all’Uefa e alle autorità britanniche sulle semifinali e la finale di Euro 2020 a Wembley. Secondo il parlamento Ue la partecipazione al 75% della capacità rappresenta un rischio per la salute a causa della variante Delta del Covid. “Lo sport è una competenza nazionale ma come hanno avuto modo di dire i commissari Schinas e Kyriakides, bisogna essere estremamente vigili sulle varianti anche nel contesto degli eventi sportivi”, ha detto successivamente anche un portavoce della Commissione europea nel briefing quotidiano. Duro anche il ministro dell’Interno della Germania Horst Seehofer, che ha definito “assolutamente irresponsabile” la Uefa che ha consentito a oltre 40mila tifosi di entrare allo stadio di Wembley per vedere l’Inghilterra giocare contro la Germania.
Malagò: “Finale a Roma? Non è un’opzione sul tavolo”
In Italia il presidente del Coni Giovanni Malagò ha allontanato ancora l’ipotesi di un trasloco delle finali all’Olimpico di Roma. “Questo non lo posso dire, penso che valuteranno tutte le opzioni. L’Italia ha uno stadio adatto per ospitarla, ma non credo che attualmente sia un’opzione sul tavolo”, ha dichiarato il numero 1 dello sport italiano. Il sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa si augura “una decisione di buon senso dalla Uefa. In Inghilterra non c’è una situazione che permetta di affrontare con tranquillità l’evento. Siamo in un momento d’emergenza quindi non possiamo affrontarlo con gli strumenti ordinari. Spero che la Uefa prenda anche in considerazione l’ipotesi di cambiare la sede della finale o le regole sulla capienza degli stadi. Qualora sarà tutto confermato, la Uefa deve assumersi la responsabilità di questa scelta”. Durissimo il virologo Roberto Burioni: “L’ottusa irresponsabilità dell’Uefa che si rifiuta di spostare le partite degli Europei da città dove esiste un grave pericolo di contagio è inaccettabile”.
L’ottusa irresponsabilità dell’UEFA che si rifiuta di spostare le partite degli Europei da città dove esiste un grave pericolo di contagio è inaccettabile. Inaccettabile anche che i Paesi sovrani lo accettino, mettendo a rischio la salute dei loro cittadini.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) July 1, 2021