Molta personalità; pure troppa. A cominciare da quella dell’uomo simbolo dei Blues, Franck Ribery, che pure si presenta a questo mondiale acciaccato e in condizioni non buone. Al punto che Deschamps nelle ultime amichevoli ha anche cercato con insistenza una via di fuga, un possibile ‘piano B’ per fare a meno di lui. Partendo dal presupposto che una Francia che fa a meno di Ribery è un purosangue con tre zampe soltanto.
La Francia, che si presenta per la quinta volta consecutiva alla fase finale dei Mondiali (tredici le edizioni di presenza), è in grado di fare qualsiasi cosa: benissimo o malissimo. E molto dipenderà dalla testa. Come si è visto in Sud Africa, quando uno spogliatoio spaccato e in lite portò a una prematura eliminazione e addirittura alle punizioni disciplinari nei confronti di alcuni giocatori, Anelka in testa.
Eppure il talento non manca di certo: nonostante l’esclusione di Nasri, che ha fatto storcere il naso a parecchi tifosi, la Francia resta una squadra potenzialmente da semifinale… E dunque da podio.
Francia che oltre alla vittoria storica in casa contro il Brasile di Romario nel 1998, (3-0) annovera nel suo palmares la finale persa contro di noi a Berlino, due terzi posti (nel 1958 e 1986) e un quarto posto (nel 1982).
Protagonista da giocatore dell’unica vittoria della Coppa del Mondo della Francia, Didier Deschamps conta una carriera in cui è stato protagonista in ben quattro stati europei differenti: ha giocato infatti, oltre che in patria, in Italia, Spagna, Inghilterra ed è dall’8 luglio 2012 alla guida della Nazionale con una rosa che vanta l’esperienza di Lloris tra i pali ma ancrhe l’estro di Pogba, l’imprevedibilità di Benzema, e Valbuena oltre alla solidità a centrocampo di Mauitidi e Cabaye. Una rosa consolidata cui non mancano le seconde scelte considerando Ruffier, Gonalons, Perrin e il giovane attaccante del Lione Lacazette.
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