“Non c’è alcuna esposizione, ma un riconoscimento chiaro“. Così il capo della polizia Franco Gabrielli interviene sulla discussione seguita alla pubblicazione dei nomi degli agenti che venerdì notte hanno ucciso in uno scontro a fuoco Anis Amri. E’ stata, sottolinea Gabrielli, “una sottolineatura per mettere al centro chi ha reso possibile tutto questo, rischiando la propria vita”.
Con questo tipo di terrorismo, aggiunge Gabrielli, fare i nomi “non è né un errore né un’esposizione”. E sottolinea che la preoccupazione “non è per le individualità, ma per l’appartenenza”: “sono a rischio tutti coloro che rappresentano le forze di polizia e hanno una divisa”, sostiene.
Gabrielli, ha firmato ieri una circolare nella quale si richiede massima attenzione per evitare azioni “ritorsive” contro le forze di polizia. La scelta di chiudere i profili social dei due poliziotti è una forma di “ulteriore cautela” verso gli agenti.
Infine sottolinea l’inutilità delle polemiche: “E’ abbastanza avvilente che mentre tutto il mondo parla di noi e si complimenta con la polizia per il lavoro svolto – dice – noi continuiamo a farci del male guardando il dito e non la luna”.