Socialdemocratico che aspira alla cancelleria, Martin Schulz è atterrato nella politica nazionale tedesca soltanto all’inizio dell’anno, dopo oltre 20 anni dedicati alla politica europea fra Bruxelles e Strasburgo. La sua è una corsa contro il tempo nel tentativo di realizzare una missione quasi impossibile nelle elezioni federali di domenica.
Con un passato da libraio prima, poi sindaco ed eurodeputato, Schulz in pochi mesi ha percorso ogni angolo della Germania, Paese che già conosceva ma in cui per molti fino a gennaio non era altro che il tedesco che è stato presidente del Parlamento europeo. Incarico che ha ricoperto dal 2012 a gennaio del 2017.
Dopo quattro anni di Grosse Koalition con il blocco conservatore di Angela Merkel, gli ultimi sondaggi prevedono per il partito socialdemocratico Spd il peggior risultato della sua storia recente, molto lontano dalle proiezioni di febbraio e marzo, quando l’inaspettata scelta di Schulz come candidato sembrava avere rilanciato la formazione politica verso la vittoria con quello che fu definito appunto ‘effetto Schulz’.
Settimana dopo settimana quell’effetto è svanito, mentre il politico passava dalle piazze dei villaggi agli studi televisivi tentando di competere con la cancelliera uscente. In questo percorso, Schulz non ha nascosto alcun episodio della sua biografia, trasformando anzi i punti deboli in punti di forza: è stato un cattivo studente e abbandonò gli studi, ma si è formato in una libreria e finì per aprirne una sua; superò l’alcolismo di cui soffrì in gioventù e sa cosa significa toccare il fondo, ma sa anche che ogni persona può risalire e avere successo.
Nato a Würselen, vicino Aquisgrana, dopo 61 anni Schulz vive ancora qui, in questa cittadina di circa 40mila abitanti situata nella parte occidentale della Germania, vicino al confine con Belgio e Olanda. Figlio di un poliziotto simpatizzante socialdemocratico e di una casalinga, a 19 anni si unì alla Spd. Il suo sogno era di diventare calciatore professionista, ma il sognò fu stroncato da una lesione al ginocchio. Dopo avere abbandonato gli studi, cominciò la formazione professionale in una libreria.
Nel 1982, come racconta lui stesso nella biografia ufficiale per la campagna elettorale, un amico ereditò un appartamento con un locale e glielo offrì per aprire la sua libreria; due anni dopo diventò consigliere a Würselen. In quel periodo conobbe la moglie Ingel, con la quale ha due figli e che resta un po’ distante dalle telecamere mentre il marito prosegue la carriera politica. Fu eletto a 31 anni sindaco della sua città, il più giovane nel Land di Nord Reno-Westfalia, e poi europarlamentare a 38. A quel punto Martin Schulz passa a un’impiegata le redini della libreria, che è tuttora aperta, e si trasferisce a Strasburgo, dove finisce per dirigere il gruppo parlamentare socialdemocratico, finché appunto nel 2012 non viene eletto presidente dell’Europarlamento.
Nel 2014 diventa il primo presidente del Parlamento europeo a essere rieletto: risultato che, in realtà, è stato frutto della sconfitta dei socialdemocratici alle elezioni europee di quell’anno. Jean-Claude Juncker fu eletto presidente della Commissione Ue e Schulz, perdente, mantenne la presidenza dell’Europarlamento grazie al patto raggiunto dalle due principali forze politiche dell’emiciclo. È fra Bruxelles e Strasburgo che si è formata la sua figura politica, con un discorso veemente e fatto di convinzioni ferme, con le quali ha affrontato in virtù del suo incarico istituzionale le forze estremiste ed euroscettiche che man mano accrescevano la loro presenza nell’aula.
In Italia Schulz è ricordato anche per lo scontro verbale con Silvio Berlusconi nel 2003 al Parlamento europeo. In quell’occasione, il premier italiano e presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea paragonò Schulz a un ‘Kapo’ nazista dopo un intervento del politico tedesco durante la seduta inaugurale del semestre di presidenza dell’Italia. Schulz chiedeva al Cavaliere di rendere conto del suo conflitto di interessi e dei suoi problemi con la giustizia. La reazione di Berlusconi provocò condanna e sdegno in tutto l’Europarlamento.