Un morto e centinaia di feriti in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est nel ‘giorno della rabbia‘ convocato dai palestinesi per protestare contro la decisione del presidente Usa, Donald Trump, di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e trasferirvi l’ambasciata Usa da Tel Aviv. In Cisgiordania decine di persone hanno sfilato verso gli insediamenti israeliani, dove sono scoppiati scontri con i soldati che hanno aperto il fuoco e hanno lanciato lacrimogeni sui manifestanti. Lungo il confine con Gaza, proprio a causa degli scontri, un palestinese di 30 anni è rimasto ucciso. Secondo quanto riferisce il ministero palestinese della Sanità, la vittima è Mohammad al-Masri, deceduto a est di Khan Younis. I feriti in questa nuova giornata di proteste sono oltre 270.
Altre proteste sono andate in scena nel compound della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, dopo la preghiera di mezzogiorno. Inoltre a Gaza le moschee hanno invitato i palestinesi a scendere in strada e protestare per Gerusalemme, e decine di giovani si sono diretti verso le zone di confine tra Israele e la Striscia.
Migliaia di persone sono scese in strada in anche diverse città della Turchia, soprattutto a Istanbul e Ankara. Ad Ankara, la capitale, la marcia si è diretta verso l’ambasciata Usa, secondo quanto hanno riferito in diretta le emittenti locali. A Istanbul, la principale città del Paese, migliaia di manifestanti si sono raccolti nella gran moschea di Fatih per dirigersi poi nel quartiere di Sarachane, nella parte europea della città, portando bandiere palestinesi e turche mentre gridavano slogan contro Israele e contro gli Stati Uniti. La polizia turca ha adottato per oggi rigide misure di sicurezza intorno alla moschea Fatih. Piccole marce a sostegno della causa palestinese erano in programma anche in altri 39 distretti di Istanbul dopo la preghiera del venerdì.
Ad Ankara i manifestanti si sono riuniti nelle moschee di Kocatepe e Hacibayram, le due più grandi e frequentate della città. La polizia della capitale, inoltre, ha adottato misure di sicurezza aggiuntive intorno all’ambasciata Usa per evitare eventuali attacchi contro la sede diplomatica. La Turchia, insieme all’Egitto, è il principale alleato di Israele nel mondo musulmano, con il quale mantiene relazioni commerciali, politiche e diplomatiche da decenni. Tuttavia, dopo il violento assalto israeliano contro la cosiddetta ‘Flotilla della libertà’ diretta a Gaza nel 2010, in cui sono morte 10 persone di origine turca, le relazioni fra Turchia e Israele sono rimaste tese, e sono state normalizzate soltanto l’anno scorso.