“Le infrastrutture di trasporto sono un fattore chiave per la competitività delle imprese e dei territori. E la Torino-Lione è un simbolo. Il ministro dell’economia Giovanni Tria, a quanto pare, ne è convinto. Peroreremo con lui la causa della necessità di sbloccare rapidamente la situazione sulla Tav al Forum Economico franco-italiano in programma dal 28 febbraio a Versailles“.
Parola di Stéphane Flex, direttore del Medef Auvergne-Rhône-Alpes,che riunisce 50mila imprese della regione francese, intervistato da La Presse, alla vigilia del bilaterale con Confindustria che si svolge oggi a Versailles, a cui è prevista la partecipazione dei ministri dell’Economia italiano e francese.
Che cosa vi aspettate dal Forum di Versailles?
“I legami economici fra Francia e Italia sono storicamente forti. Siamo il secondo partner commerciale dell’Italia, che è il nostro terzo ‘cliente’. Il Forum sarà l’occasione per rafforzarli in in un contesto diplomatico un po’ teso. Gli imprenditori non fanno politica, ma creano attività e posti di lavoro”..
A parte la posizione chiara di Tria, gli imprenditori francesi sono preoccupati per la linea del governo italiano Lega-M5S?
“Non tocca a noi interferire negli affari politici italiani. Ma la Torino Lione non riguarda solo l’Italia: è un grande progetto in cui Francia e Unione Europea sono fortemente impegnate da molto tempo. Siamo davvero preoccupati per i ritardi nel cantiere e per il rischio di perdere i finanziamenti europei. Ciò nonostante, siamo ancora fiduciosi che ci possa essere uno sblocco rapido della situazione. Il Movimento 5 Stelle sembra isolato sulla sua posizione di opposizione alla Tav. Gli altri partiti politici, quasi tutte le organizzazioni economiche e sindacali e una larga maggioranza dell’opinione pubblica italiana invece sono favorevoli. Questa dinamica non può che orientare le decisioni, spero, nella giusta direzione”.
Quale è la vostra opinione sulla analisi costi benefici prodotta dall’Italia?
“E’ discutibile. L’analisi glissa un po’ troppo rapidamente sui costi diretti per l’Italia di fronte alla interruzione del cantiere nella attuale fase di avanzamento lavori. E sottovaluta enormemente l’impatto positivo dell’infrastruttura a lungo termine: 44 milioni di tonnellate di merci passano ogni anno al confine franco-italiano. Il vecchio tunnel ferroviario del Frejus non può assorbirne che 6 milioni di tonnellate all’anno. Non fare la Tav vuol dire condannarsi a vedere queste merci trasportate sui mezzi pesanti attraverso le Alpi. Un’opera di nuova generazione come la Tav sarà una vera risorsa al servizio degli interessi economici, ecologici e geostrategici dei nostri Paesi”.
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, si è detto pronto a una consultazione popolare e a organizzare una manifestazione di piazza. Che ne pensa?
“Non sono uno specialista del sistema istituzionale italiano, ma quel che è certo è che la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione è il risultato di trattati internazionali e di decisioni locali e nazionali nei nostri due Paesi. Non è più il tempo tempo per procrastinazione ma per agire. Se un referendum può essere utile per dare un impulso decisivo al dossier, perché no? In ogni caso, il Medef è pronto ad aderire alle iniziative di Confindustria”..