Dalla rabbia su Facebook ai sorrisi distesi, dalla manifestazione minacciosa alla festa con la nuova squadra. Sarà stata l’aria di celebrazioni per l’appuntamento del 2 giugno, ma in quattro giorni la giravolta del M5S e di Luigi Di Maio è stata notevole e quasi sorprendente.
Per capire quanto successo è però necessario riavvolgere il nastro al 28 maggio, quando naufraga il primo tentativo di governo giallo-verde. “Quella di ieri è stata la notte più buia della democrazia italiana, Mattarella ha deciso di scavalcare le sue prerogative e impedendo la formazione di un governo che con il contratto avrebbe avuto la maggioranza assoluta”, ringhia il capo politico su Facebook, annunciando per il 2 giugno, Festa della Repubblica, una mobilitazione in tutte le città contro la decisione assunta dal Capo dello Stato con l’obiettivo dell’impeachment. Col passare dei giorni però qualcosa cambia: il neoministro del Lavoro e del Mise capisce che c’è una nuova chance per l’esecutivo del cambiamento, mette da parte l’ipotesi di messa in stato d’accusa per il capo di Stato e si ravvicina al Quirinale salendo anche al Colle per un colloquio con Mattarella. Il clima cambia, tanto da arrivare all’accordo per il Conte Bis e al giuramento tra i sorrisi al Quirinale.
Ecco allora che, come prevedibile, la mobilitazione M5S si trasforma. “Siamo la squadra del Movimento 5 Stelle nel governo del cambiamento e siamo al vostro servizio. Ci vediamo domani alle 19 a Roma in piazza della Bocca della verità per festeggiare tutti insieme”, scrive su Facebook un radioso Di Maio. Completo blu per lui, cravatta verde per il nuovo alleato Matteo Salvini. Ora è il momento della festa, in attesa dei primi provvedimenti e (forse) di nuove giravolte.