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Il lockdown totale torna nel cassetto. Covid Hotel in ogni provincia

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Per evitare un lockdown generalizzato, come quello della prima ondata della pandemia da Coronavirus, bisogna mettere a riparo la rete ospedaliera. E un Covid Hotel in ogni provincia potrebbe alleggerire la pressione che va crescendo di giorno in giorno. In Italia i contagi aumentano (il tasso di positività sale al 16%, mentre crescono i decessi, che oggi sono uguali a quelli del 6 aprile) e se non sono, almeno per ora, le terapie intensive a creare allarme, è il sovraffollamento dei pronto soccorso a destare non poche preoccupazioni nel governo. L’uomo trovato riverso a terra nel bagno del Pronto soccorso del Caldarelli di Napoli – poi deceduto – ha sconvolto l’opinione pubblica e fotografa una situazione insostenibile non solo nel capoluogo partenopeo, ma in tutto il territorio nazionale. Per questo la soluzione avanzata oggi dal ministro Francesco Boccia a Regioni, Comuni e Province di indirizzare gli asintomatici o con sintomi lievi in strutture dedicate, potrebbe incidere in positivo sul carico del primo soccorso ai malati o sospetti malati Covid.

Durante la videoconferenza, che ha visto collegati diversi presidenti di regione, – tra cui Vincenzo De Luca, Massimiliano Fedriga, Donato Toma, Giovanni Toti e Eugenio Giani – la proposta dell’esecutivo è stata definita ‘buona’, con le Regioni che hanno anche ipotizzato di utilizzare le strutture ex ospedaliere come ambulatori, per i pazienti non negativizzati ma in buona salute. L’idea del governo è quella di farsi carico degli indennizzi ai proprietari degli hotel, mentre il personale sarà di competenza delle regioni. Ad occuparsi dell’aspetto logistico il commissario straordinario Domenico Arcuri – anche lui presente alla riunione con il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Il numero uno di Invitalia, investito dal ministro Boccia di “attivarsi immediatamente, d’accordo con le Regioni e i Comuni, per mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid Hotel”, ha chiesto a tutti i principali attori in campo di fornirgli in breve tempo “l’hotel da requisire e chi mettere – se contagiati asintomatici che non hanno condizioni sociali per fare isolamento a casa oppure ex malati in convalescenza non ancora negativi – a patto che la struttura sia vicino a un ospedale”. Questa mattina Boccia aveva spiegato che ci sono ancora 15mila posti nei Covid Hotel non utilizzati – una questione a cui dovranno rispondere le Regioni – e che si prevede con questo piano di avere “una disponibilità ulteriore di altri 20mila posti”.

L’esecutivo è al lavoro per evitare un lockdown: piuttosto, l’idea è di procedere step by step monitorando la curva epidemiologica di regione in regione, e intervenire in modo localizzato. Lo stesso titolare degli Affari regionali ha ribadito che “non ci sarà un Dpcm” e per il caso della Campania servirà analizzare “il monitoraggio di domani, e poi si deciderà quale colore” spetterà non solo alla regione partenopea, ma anche ad altre.

“Le misure arriveranno tra sabato e domenica – ha annunciato – ma si daranno sempre 24 ore di tempo dopo l’ordinanza del ministro della Salute per l’organizzazione territoriale”. Intanto oggi il governatore De Luca è tornato ad attaccare palazzo Chigi anche durante la videoconferenza. Lo Sceriffo ha accusato l’esecutivo di ‘accanimento’ nei confronti della Campania per l’invio dei commissari del ministero della Salute, investiti del compito di verificare i dati. Poi è tornato sulla mancanza di personale sanitario. A fronte di una sua richiesta di 1.400 unità – ha protestato De Luca – sarebbero arrivati “appena 7 anestesisti”. Piccata la risposta di Boccia: “Dal 24 ottobre la Campania ha sul tavolo, attraverso la Protezione civile, la disponibilità di 2.236 operatori sanitari, arruolateli e se avete bisogno di altri volontari facciamo un bando ad hoc solo per la Campania domani mattina, ma basta polemiche”.

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